Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

L'Italia dal 1871 al 1919 a tutte le opere del genere pubblicate in tutti 1 paesi dall'inizio del secolo. Essa è un monumento alle ~ue generazioni di uomm1 che operarono per la ricostruzione della cultura italiana dal 1870 al 1920. Vi erano in Italia, come scrisse Gioacchino Volpe storico ufficiale della dittatura fascista, "fermenti operosi e forze di rinnovamento e capacità di co– struire sulla base di questa modesta realtà che era la realtà italiana ... " ... Non erano passati venti anni dalla breccia di Porta Pia, e si facevano visibili, agli osservatori piu attenti, i frutti di queste felici attitudini, di questa laboriosità, di questa virtu di rinnovarsi, di questa sensibilità agli stimoli del mondo circostante. L'unità politica, l'azione di governo sollecitava, fomentava, valorizzava. 6 Nelle pagine di questo storico, il lettore troverà in compendio un reso– conto di quanto lo stato liberale aveva portato a compimento: pareggio del bilancio, costruzione di strade e ferrovie, migliorie agricole, creazione di nuove industrie, espansione dei traffici, fondazione di scuole pubbliche e di istituti scientifici, provvedimenti per la conservazione del patrimonio storico ed arti– stico, legislazione sociale per la protezione dei lavoratori e la loro assistenza. Come è avvenuto in tutti gli altri paesi, il processo di industrializzazione e i progressi dell'agricoltura dettero luogo anche in Italia al formarsi di un partito socialista e di organizzazioni operaie. Il socialismo contribu{ in mi– sura non ·piccola a elevare intellettualmente e moralmente le classi lavoratrici e a dare loro una educazione politica. Il risveglio delle organizzazioni ope– raie, nQnostante gli occasionali disordini, scioperi, tumulti e conflitti che in Italia come altrove contrassegnarono la nascita del socialismo, recò un note– vole contributo al processo di unificazione nazionale. 7 Sarebbe facile rimproverare agli uomini politici dell'Italia prefascista ogni sorta di errori e di misfatti, imprese arrischiate, occasioni mancate, sprechi e leggerezze. Non tutti i problemi che il paese doveva fronteggiare furono risolti, e non sempre le soluzioni adottate furono le migliori e i metodi im– piegati i piu efficienti. Ma si sarebbe potuto in cosf breve tempo risolvere tutti i problemi? E si è mai dato nella storia esempio di un paese che abbia risolto tutti i suoi problemi nello spazio di mezzo secolo e senza commettere spro~ 8 G. VOLPE, L'Italia in cammino. L'iiltimo cinquantennio, Milano, Treves, 1927, p. 59; questo libro è da leggersi insieme a B. CROCE, Storia d'Italia dal 1871 al 1915, Bari, Laterza, 1928, che dà la versione liberale. Un buon sommario della materia è quello del 1918 di uno storico americano, che aveva una larga conoscenza dell'ambiente italiano: W. R. THAYER, Thirly years of Italian progress, in Italica: Studies in Italian Life atid Letters, Boston & New York, Houghton, Miffiin and Co., 1908. Per un resoconto piu preciso delle diverse fasi della storia italiana dal 1871 al 19no, si veda l'opera in tre volumi Cinquant'antii di storia italiana, pubblicata dall'Accademia dei Lincei nel 19u presso l'editore Hoepli di Milano. Una serie eccellente di annuari è quella pubblicata da R. BACHI, L'Italia economica, Torino, Rom<: e Viarengo, poi Città di Castello, S. Lapi, per gli anni dal 1910 al 1922. Uno strumento d1 prim'ordine per la storia economica dell'Italia a partire dal 1871, s1 deve a E. CORDINO, A:.Kali dell'economia italiana, Città di Castello, Tip. Leonardo da Vinci, 1911 e sç-g., 5 voli. Un sommario piu breve ma altrettanto eccellente è quello di V. PORRI, L'evoluzione econo- m1ca italiana nell'ultimo cinquantenniq, Roma, Stab. tip. Colombo, 1926. . T Mussolini ebbe a dire: "Da noi il socialismo era, in contrasto con altri paesi, un elemento unificatore. Tutti gli storici italiani lo riconoscono: esso era per un'idea, per una nazione. " E. Lunwrn, Colloqui con Mussolini, Milano, Mondadori, 193.2, p. 86. oteca Gino Bianco

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