Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

gini naturali, di cui non si conosceva il fondo, oppure abbandonati alle ortiche di certi cosiddetti cimiteri, ove i. cani si raccoglievano a far festino portandosi dietro per le strade ossa e crani spolpati. 2 L'ostilità del Papato, il brigantaggio, una percentuale altissima di anal– fabetismo tra le. masse popolari, un pesante debito pubblico, in parte eredità dei precedenti governi locali e· in parte dovuto al costo delle guerre di indi– pendenza e all'opera di unificazione, tutto ciò rendeva quasi disperato il com- pito del nuovo regime. . Dopo un faticoso decennio di riassestamento (1860-1870), lo sviluppo economico dell'Italia sino allo scoppio della guerra del 1914-15 può essere all'incirca diviso in tre periodi: dapprima quindici anni di lento ma con– tinuo progresso (1871-1885); poi quindici anni di depressione (1886-1899); da ultimo, quindici anni di crescente aumento del benessere, sino allo scoppio della guerra. Nel 1859, la rete ferroviaria italiana non arrivava a r.800 km., di cui , soltanto un centinaio nel Sud; nel 1914, essa arrivava a 13.800 km. Nel 1862, la flotta mercantile·a vapore italiana ammontava a 10.000 tonn.; nel 1914, a 933.000. Nel 1881, l'Italia aveva importato 2 milioni di tonn. di carbone; nel 1913, ne importò quasi II milioni. Nel 1860, l'elettricità non era ancora en– trata in uso; i primi impianti sorsero nel 1882; nell'anno finanziario 1913-14, 8 l'Italia consumò 23 miliardi di kw ore. Nel 1881, l'Italia aveva importato merci per un valore totale di 1 miliardo e 200 milioni (pari a lire 43,7 per abitante), e aveva esportato merci per un valore totale di 1 miliardo e 100 milioni (pari a lire 41,1 per abitante); nel 1913 il totale delle sue importa– zioni ammontò a lire 3 miliardi e 600 milioni (pari a lire 102,9 per abitante), e il totale delle sue esportazioni a lire 2 miliardi e 500 milioni (pari a lire 70,9 per abitante). La differenza di 1 miliardo di lire tra importazioni ed esportazioni era largamente compensata dalle cosiddette "esportazioni invisi– bili," cioè turismo, rimesse degli emigranti e trasporti marittimi. 4 Nel 1881, il risparmio depositato nelle banche ammontava a 781 milioni di lire (lire 27,65 per abitante); nel 1913, a 4 miliardi e 700 milioni (lire 132,31 per abi– tante). Nel 1860, il governo dell'Italia all'indomani dell'unificazione poteva disporre di un'entrata non superiore ai 500 milioni di lire. Nei primi quindici anni di vita del nuovo regime (1861-1875), le uscite superarono di gran lunga ' le entrate. Nel 1866, il totale delle entrate ammontò a 600 milioni, quello delle uscite a 1 miliardo e 200 milioni. Nel 1875, le entrate cominciarono a superare le uscite, e sino al 1885 il bilancio fu in avanzo. Dal 1886 al 1897, si tornò ad essere in deficit; ma dal 1898 al 19rr, vi furono considerevoli avanzi. 2 E. PANI Rossi, La Basilicata, Verona, Civelli, 1868, pp. 252-55. 8 L'anno finanziario italiano comincia il 1 luglio e finisce il 30 giugno dell'anno successivo. 4 B. STRINGHER, Sur la balance des paiements entre l'ltalie et l'étranger, in "Bulletin de l'Institut International de Statistique, " vol. XIX; P. JANNACCONE, La bilancia del dare e· dell'avere internazionale con particolare rigua,rdo all'Italia, Milano, Treves, 1927, pp. 90 sgg., pp, I 00-I 04, ·Bibloteca Gino Bianco

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