Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La dittatura fascista in Italia sfidasse Danza a querelarsi il magistrato integerrimo fece sempre il morto. Questo fu il presidente delle Assise di Chieti nel processo Matteotti. L'accusa - tutta da ridere - fu sostenuta dal procuratore generale Sal– vucci, che sali'.dopo a procuratore generale di Corte d'appello e senatore. E il 24 marzo 1926 la commedia fìnL Del Giudice racconta che nel 1927 si trovò a Roma a conversare con l'av– vocato fascista Vaselli, che nel processo di Chieti aveva difeso Dumini, cioè aveva fatto la sua parte dell'avvocato, il quale deve, a torto o a ragione, fare assolvere il suo cliente. Vaselli, parlando ora da uomo a uomo, disse al Del Giudice: "Io, per me, tutti i dieci, mandanti, esecutori materiali e complici, li avrei mandati all'ergastolo, come si meritavano; ma ciò non era possibile fare, per– ché Cesare Rossi era in possesso di segreti delicatissimi, che avrebbe certa– mente rivelato in Corte di assise. Allora si ricorse al ripiego di separare l'omi– cidio dal ratto. Ma sa cosa fecero quei porci la sera del loro ritorno? Anda- • rono a lavarsi le mani, bruttate dal sangue di Matteotti, nella casa del comm. Fasciola, segretario particolare di Mussolini! " E raccontò che durante il dibattimento a Chieti, dopo esaurito il testimo– niale, la sera prima che fosse iniziata la discussione, si riunirono, in casa del presidente della Corte, Danza, i difensori degli imputati e il rappresentante dell'accusa, per concertarsi sul modo da seguire nella discussione. Vaselli an– nunziò che avrebbe sostenuto la preterintenzionalità, in base alla sentenza di rinvio, tenendosi strettamente sul terreno giuridico, ed astenendosi da ogni considerazione politica. Farinacci saltò su: "Niente affatto! In linea princi– pale dobbiamo sostenere che Matteotti fu rapito e trucidato da ignoti; e nella ipotesi che i giurati escludessero questa versione, dobbiamo sostenere che gli accusati, se realmente autori del fatto, sono degni di corona civica, per aver liberato -l'Italia da uno dei suoi peggiori nemici." Vaselli disse a Farinacci: " Allora Dumini sarà difeso da te soltanto. " E col primo treno lasciò Chieti. Del Giudice usd dall'ombra nel 1945, quando la Cassazione annullò le sentenze del 1925 e 1926 come giuridicamente inesistenti. Interrogato a Viter– bo per moratoria, raccontò parecchi dei fatti da lui conosciuti a carico degli accusati. I giornali del tempo dettero della sua deposizione notizie frammen– tarie e confuse. L'avv. Vincenzo Sechi, il quale ebbe modo di utilizzare i do– cumenti, riferf le parti essenziali di quella deposizione in un suo interessante volumetto (La verità sul processo Matteotti, Roma, Edigraf, 1945, pp. 90-91); ed esiste perfetta coincidenza fra il documento del 1945 e il testo del 1947 pervenuto a noi. Questa è la testimonianza di un giudice che fu un onest'uomo. Sia onore alla sua memoria. Siccome non c'è tragedia nella quale non occorra di tanto in tanto uno scoppio di risa, non sarà fuor di luogo ricordare che anche Amerigo Dumini nel 1951 ha voluto por– tare un po' piu di luce sull'affare Matteotti, nel libro Diciassette colpi, Milano, Longanesi, BiblotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=