Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La dittatut'a fascista in Italia dello Stato ha il diritto di conoscere il segreto dei processi." Allora la com– missione richiamò i 40 volumi della istruttoria. La sua inchiesta durò fino a metà del 1925. L'accusa fu sostenuta in quella inchiesta dal procuratore generale San• toro. Il fratello di costui, Cesare, fu denunciato il 17 marzo 1925 - proprio allora - per complicità nella perdita della nave da guerra Leonardo da Vinci, che nella notte del 2 agosto 1916 era affondata nel porto di Taranto (Cor– riere della Sera, 19 marzo 1925, e Avanti!, 20 marzo 1925). Dunque un fratello era processato per tradimento (fucilazione nella schiena), mentre l'al– tro fratello teneva nelle mani il destino del regime fascista. Costui, dopo aver fatto il suo dovere, fu nominato senatore. Con la scienza del poi, io mi domando oggi se l'idea di presentare al · Senato la denuncia contro De Bono non sia stata suggerita a Donati da qual– cuno di quegli agenti mussoliniani, che certo gli ronzavano intorno e si anni– davano anche nella redazione del Popolo, e se non sia stato quello stesso qual.: cuno a sottrarre il testo non ancora definitivo dal cassetto di Donati e passar- lo a Mussolini, il quale lo dette subito ai suoi giornali per imbottigliare Donati. Dopo che la commissione del Senato ebbe messo fuori causa De Bono (28 giugno), gli atti dell'istruttoria ritornarono alla magistratura ordinaria. E poco dopo fu pubblicata l'amnistia del 31 luglio 1925, che mandava esente da pena l'omicidio preterintenzionale e i reati con esso connessi. 4 Frattanto il Tancredi era stato promosso sostituto procuratore generale alla Cassazione 5 e cosf allontanato dal processo: promoveatur ut amoveatur. E nel nuovo ufficio fu lasciato vegetare fino alla morte, vedendosi passare avanti colleghi tutti a lui inferiori per anzianità e per meriti. Il posto di Tancredi fu preso dall'altro sostituto, Nicodemo Del Vasto. E costui, dopo una ventina di giorni, dichiarò a Del Giudice di essersi convinto che Rossi e Marinelli avevano dato soltanto il mandato di rapire, e non sopprimere, Matteotti. L'omicidio di Matteotti era stato preterintenzio– nale. L'amnistia del 31 luglio 1925 era proprio quel che faceva per il caso! Poi fu la volta di Del Giudice. Il presidente Faggella gli accennò che in un processo avente stretta attinenza con la politica, non si doveva considerare il solo lato penale: non era prudente scuotere la .fiducia del popolo nel go• verno; i fascisti piu accesi potevano fomentare tumulti. Vedendo che Del Giu– dice era con le lacrime agli occhi, gli dette appuntamento per il giorno dopo. E il giorno dopo gli promise la promozione a presidente di sezione se adot• tava le conclusioni di Del Vasto; poi sarebbe venuta la nomina a senatore, e poi "incarichi speciali di grande rendimento economico e morale." Del Giu– dice rimase irremovibile; ed amareggiato chiese di essere trasferito in altra sede. Per alcuni giorni Faggella insisté invano. Finalmente gli annunziò che 4 Del Giudice commette qui un errore di memoria, confondendo l'amnistia del 31 luglio 1925 con quella del 23 dicembre 1922. 3 Cfr. " Corriere della Sera" del 4 febbraio 1925. BiblotecaGir.ioBranco

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