Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Appendice C. Nuova luce sull'affare Matteotti stanno come le ha dette Cesarino." Mussolini attendeva al telefono l'esito della discussione. E De Bono: "Se la prendono con te.'' E Mussolini: "Ho capito, mi vogliono ricattare. Bene, bene, ce la vedremo. " Del Giudice ha dimenticato di aggiungere un particolare della deposi– zione De Bono, che pur risulta dal processo verbale del 4 luglio. De Bono rac– contò di aver tentato di strappare una confessione a Dumini, ma era riuscito solo a fargli dire che l'automobile la conduceva lui, ed altro non sapeva. Man– ca nella Cronistoria anche la notizia che Dumini, in un interrogatorio del 2 3 luglio, ammise che De Bono, lasciandolo, gli disse: "Se sai qualcosa, nega, nega, nega; io voglio. salvare il fascismo"; ma in seguito Dumini si ritrattò, e affermò che De Bono gli aveva voluto far capire che era inutile negare, e per– ciò gli aveva detto ironicamente: "Nega, nega, nega, e salverai il fascismo." Sta però il fatto che in una lettera del 24 luglio 1924 a Finzi, egli ripeté la prima versione, che fu confermata da Filippelli in un interrogatorio del 6 dicembre 1924. Finzi, richiamato dai giudici dopo De Bono, e informato di quanto co– stui aveva detto, commentò: "Ah, ha parlato: ebbene anch'io dirò ogni cosa, e cos1andremo tutti davanti all'Alta Corte." E dettò confermando quanto De Bono aveva detto; De Bono anzi aveva aggiunto: "Quel benedetto uomo non ha mai voluto ascoltare consigli di moderazione." Questo racconto di Del Giudice è pienamente confermato dai processi verbali della istruttoria. Il -nome di Mussolini, in connessione con l'affare Matteotti, appare negli atti della istruttoria solamente in queste deposizioni di De Bono e Finzi; ma non c'è neanche in questa un'accusa esplicita per quell'affare. Da ora in poi, il principale rimane sempre in un cantuccio, protetto dall'ufficio di ministro. Del Giudice riferisce la voce fatta circolare allora che Matteotti possedeva documenti contro i dirigenti della Banca Commerciale (o, come io sentii allo– ra, contro la Sinclair americana), e che era stato rapito per privarlo di quei documenti (quasi che li portasse sempre in tasca). La voce fu accreditata da Virginio Gayda, uno dei giornalisti salariati dal regime. E una denuncia con– tro i dirigenti la Banca Commerciale fu mandata alla sezione di accusa; e in testa ad un lungo elenco dei testimoni c'era Gayda. I testimoni furono inter– rogati, ma non ebbero nulla di serio da dire. Nel ·perquisire l'ufficio di Rossi, i due magistrati dovettero fare scassi– nare una cassaforte incassata in una parete. E ritrovarono la lista dei giorna– listi che avevano appigionato la penna e l'animo a Mussolini. Nella lista dei foraggiati c'era il nome di un deputato socialista, al quale anche dieci giorni prima del delitto Matteotti erano state versate ventimila lire - che allo– ra era somma assai rispettabile, dato che acquistava tanti beni quanti se ne possono acquistare oggi con ottocentomila lire su per giu. Nell'autunno del 1924 i giornali annunziaron<;>che quel deputato, che si diceva imparentato con Enrico Ferri, era stato escluso dalle riunioni dell'estrema sinistra. Chi sa se era lui. la persona, a cui accenna Del Giudice, o un altro. Non solo furono messe le camicie nere invece dei soldati a far la guardia ibloteca Gino ~ianco

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