Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La dùtatu,·a fascista in Italia risulta che Rossi abbia avuto precisamente quella speranza, né saprei per quale via Del Giudice sia arrivato a quella conclusione. Il fatto è che Rossi, nascostosi in casa del deputato fascista Susi, minacciò Mussolini di compro– metterlo con le sue rivelazioni. Non pare che in quel momento pensasse ad emigrare all'estero con falso passaporto fornito dallo stesso Mussolini. È piu probabile temesse che Mussolini lo facesse ammazzare mentre si allontanava da Ronìa, e cosI si mettesse al sicuro da ogni ulteriore ricatto. Infatti Rossi, prima di costituirsi, mise per iscritto un atto di accusa contro Mussolini, nel quale di tutto parlava meno che dell'affare Matteotti, e l'affidò al Susi, per– ché lo pubblicasse, qualora lui, Rossi, fosse fatto fuori, e informò Mussolini della esistenza di quel documento con una lettera minacciosa del 14 giugno. Se avesse pensato in quel momento ad evadere in Francia, avrebbe fatto cono– scere a Mussolini nella lettera del 14 giugno la sua volontà di evadere in Francia, insieme con la esistenza del memoriale accusatore da essere prodotto in caso di morte. . Messo innanzi ai due giudici, Rossi raccontò tutto quanto aveva già scritto nel memoriale, diciamo cosI, Susi, sulle violenze commesse per ordine di Mussolini prima dell'assassinio Matteotti, cioè: le aggressioni contro i de– putati Amendola (26 dicembre 1923, 19 marzo 1924), Misuri (29 maggio 1923) e Forni (12 marzo 1924). Del Giudice lo richiamò a rispondere sull'affare Matteotti. Ma l'altro, "con accento risoluto," protestò che non avrebbe parlato, se non gli era per– messo esporre i precedenti dell'affare Matteotti. "Io non so se questa notte sarò assassinato in questo stesso carcere!" Il memoriale Susi doveva evitargli questo guaio. E sta il fatto che due giorni dopo l'arresto di Marinelli e prima che Rossi si costituisse, i militi fascisti furono sostituiti ai soldati regolari nella guardia esterna di Regina Coeli. CosI, alla fine di ottobre del 1922, nell'uffi– cio di presidiare la Camera, le camicie nere erano state sostituite ai soldati. Rossi non aveva perciò torto a temere di essere fatto fuori, mentre stava in carcere. Del Giudice lo lasciò parlare. E l'altro, per ben cinque ore, raccontò che Mussolini aveva espresso a lui e al Marinelli il proposito di creare un orga– nismo segretissimo per atterrire i deputati d'opposizione, specie Matteotti, "con ferimenti, bastonate, purghe forzate d'olio di ricino, ed occorrendo, con l'uccisione dei suoi piu pericolosi avversari, inducendo cosf tutti al silenzio piu completo. " Rossi propose Amerigo Dumini. E Mussolini: "È persona adat– tissima alla bisogna. " De Bono, direttore generale della polizia e comandante .supremo della milizia fascista, approvò anche lui. L'assalto e la devastazione del villino Nitti a Roma (29 novembre 1923) fu opera della banda Dumini. Quando fu compiuto il primo .tentativo di omicidio in persona di Amendola, Mussolini, che era a Milano, telefonò a De Bono: "Ora vado con maggiore appetito a fare colazione." Quando Misuri fu quasi massacrato, Mussolini disse a De Bono: "Per ora è sufficiente. Se tornasse a fare un altro discorso di opposizione, allora bisognerà farlo fuori del tutto." E De .Bono: "Ma allo- BiblotecaGino Bianco

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