Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Appendice C. Nuova luce sull'affare Matteotti Giovanni Marinelli, il Putato ed altri compagni abbiamo atteso con l'automo– bile ferma, in vicinanza dell'abitazione di Matteotti, e lo abbiamo rapito e chiuso per forza nella vettura. Mentre l'automobile correva, avendo il depu– tato opposto resistenza ai compagni, questi nella colluttazione l'hanno am– mazzato. Il guaio è che per il sangue versato la vettura è rimasta tutta mac– chiata, ed è urgente farla scomparire. " Dumini, messo a confronto con Filippelli, "serbò un contegno assai equi– voco." Nel secondo confronto avvenuto fra i due, Dumini si dette a minac– ciare Filippelli: "Bada a te, Filippelli, e alla tua famiglia; Mussolini ha a sua disposizione trecento baionette di militi fascisti, decisi a far tutto ciò che il duce ad essi comanda, e vi può distruggere." Filippelli non si disdisse. Mentre Del Giudice si allontanava per qualche momento dalla sala d'istru– zione e il confronto rimaneva sospeso, Tancredi sentl che Dumini diceva sot– tovoce a Filippelli: "Le tue rivelazioni sono state intempestive. Bisogna aspet– tare altro tempo. Hai mancato di prudenza, ed hai fatto precipitare il mio piano." 8 Naturalmente Del Giudice e Tancredi spiccarono mandato di cattura contro Marinelli e contro Rossi. "Avremmo dovuto - scrive Del Giudice - spiccare altro mandato di cattura contro Benito Mussolini, se non ci fosse stato l'ostacolo costituzionale di essere costui deputato e capo del Governo." Il nome di Mussolini, come sospetto di essere stato il mandante nell'affare Matteotti, non compare mai negli atti dell'istruttoria da me conosciuti. Giorgio Schiff-Giorgini, che fu testimone importante, mi disse che Del Giudice e Tan– credi, durante l'istruttoria per l'affare Matteotti, non volevano sentir mai par– lare di Mussolini, e non facevano mai mettere quel nome a verbale. Volevano, evidentemente, evitare l'inciampo costituzionale, e perciò circoscrivevano, o cercavano di circoscrivere, la indagine ai soli esecutori e mandanti immediati del solo delitto Matteotti. La responsabilità di Mussolini - pensavano proba– bilmente - era un fatto politico, il quale andava discusso in sede politica. Su questo punto la Cronistoria di Del Giudice tace. Marinelli rimase negativo, piangendo e urlando. Cesare Rossi mi raccontò a Parigi nel 1927 che, per tutti i mesi che fu in carcere, colui non faceva che singhiozzare e urlare, e cosf convinse il cappellano della sua assoluta innocenza. · Anche quando Mussolini lo fece condannare a morte a Verona nel 1943, andò alla fucilazione singhiozzando e urlando. Di Cesare Rossi, costituitosi il 22 giugno, Del Giudice è persuaso che si decise a costituirsi perché aveva "perduta la speranza di essere aiutato da Mussolini a varcare la frontiera con un passaporto falso, e si era accorto di ~ssere stato turlupinato dal suo principale." Dai documenti a me noti non 1 Del Giudice aggiunge che, ripreso il confronto, Filippelli domandò a Dumini: ." Ma tu puoi dire in coscienza che mi avevi avvertito dell'uso che dovevate fare dell'automobile? " E Dumini: "Povero Filippelli, mi dispiace che, per colpa mia, tu ti trovi in mezzo a questo guaio! " Questo non risulta per quanto io ricordi, dal verbale di allora: secondo questa fonte, Dumini, continuò a negare. Sembra probabile che queste parole Dumini le abbia dette a l'Wppetli mentre gli parlava sottovoce, senza avvedersi che Tancredi ascoltava. oteca -Gino Bianco

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