Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La dittatura fascista in Italia luzionaria contro quelle nazioni che egli definiva capitaliste, Francia, In– ghilterra e Stati Uniti, e che avevano impedito a~l'Italia di a°:nettersi Fium:, la Dalmazia, l'Asia Minore e un impero colomale necessario alla sua esi- stenza. Era attraverso questa mescolanza caotica di propaganda rivoluzionaria e nazionalista, che Mussolini si sforzava di attirare a sé gli operai e i con– tadini staccandoli dal partito socialista. Cosi, nel 1919 e 1920, le autorità mi– litari distribuivano il Popolo d'Italia gratis ai soldati, sperando che essi ne assorbissero le idee nazionaliste rigettando quelle rivoluzionarie; viceversa i soldati assorbivano le idee rivoluzionarie rigettando quelle nazionaliste. Ma invece di biasimare se stesse per la propria stupidità, le autorità militari get– tavano la colpa sulla propaganda "bolscevica." In tal modo Mussolini riusd soltanto a raccogliere intorno a sé una parte di quelle classi intellettuali che piu duramente erano state colpite dalla smobilitazione. Nelle elezioni parla– mentari del novembre 1919, nella provincia di Milano, su un totale di 346.000 voti solo 4.795 ne furono raccolti dalla lista di Mussolini. 12 Ma in questi due anni l'opera di Mussolini e dei suoi seguaci contribui non poco ~d incrementare fagitazione del dopoguerra. In quello che allora era chiamato il movimento "bolscevico" si ritro– vavano uomini di quattro tipi di mentalità assai diversi tra loro: a, gli anar– chici e i sindacalisti rivoluzionari; b, i comunisti veri e propri, che erano in stretto contatto con Mosca; e, i socialisti massimalisti; d, i socialisti riformisti. Il primo di questi gruppi aveva dietro di sé l' "Unione Sindacale Italiana," a cui erano iscritti circa 300.000 lavoratori. I comunisti e i socialisti, sia mas– simalisti che riformisti, erano allora ancora uniti nel "Partito Socialista Ita– liano" e controllavano la "Confederazione Generale del Lavoro," che aveva circa 2.150.000 iscritti. Anarchici, sindacalisti rivoluzionari e comunisti erano sempre all'avanguardia di scioperi e tumulti, politici o economici che fossero, i quali spesso si concludevano con spargimento di sangue. I socialisti rifor– misti, tra i quali erano tutti i dirigenti piu influenti della Confederazione generale del lavoro, si sforzavano di porre un argine agli scioperi ingiu– stificati e alle dimostrazioni condotte disordinatamente. I socialisti massima– listi, che comprendevano la maggior parte dei " socialisti di guerra " e che dirigevano l'Avanti!, che era l'organo ufficiale del partito, facevano una gran mostra di slogan rivoluzionari, ma senza avere nessun piano di azione pre– ciso; essi oscillavano dalla destra alla sinistra e viceversa seguendo la corrente dei loro seguaci, che a volte erano spinti a sinistra dagli anarchici e dai co– munisti, per poi ripiegare a destra dopo avere esperimentato l'inutilità dei moti incomposti. Era contro i leaders della Confederazione generale del lavoro, e contro i socialisti massimalisti e riformisti, che Mussolini e i suoi seguaci riversavano " 12 BEN_ITO Mu_ssou~1 1 L,a n"!'ova politi~a dell'Italia, vol. 3, Milano, Alpes, 1925, p. 17: Per tutto 11 1919 1 fasc1st1 d Italia non arrivarono alla cifra di diecimila. " 12 Bibloteca Gino Bianco

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