Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La, rivoluzione che non e, fu E nello stesso numero, un comunicato dei Fasci di combattimento diceva: Il Comitato Centrale dei Fasci di Combattimento, proclama la sua illimitata solida– rietà con il popolo delle varie provincie d'Italia insorto contro gli affamatori; plaude all'ini– ziativa della requisizione popolare, ed impegna i fascisti ad indire e fiancheggiare riso– lutamente le manifestazioni di energica protesta ... 10 Il 24 gennaio 1920, un collaboratore del Popolo d'Italia (che è adesso un deputato fascista) plaudiva allo sciopero nazionale dei ferrovieri, allora in corso, specialmente perché "fu proclamato all'insaputa sia del partito socia– lista che della C.G .d.L. " 11 ... Lo sciopero fu fatto - scriveva - da una formidabile massa di personale, con innegabile fede e convinzione di loro buon diritto. (...) ... Nella dura questione ferroviaria, appare evidente lo sforzo del Partito e della Confederazione di lasciare i ferrovieri in loro balia fino a quando siano prossimi alla sconfitta. (...) ... Parmi che questi due scio– peri siano i primi che possano indicarsi, dopo tanto tempo di preponderanza politica socialista, come concepiti ed attuati al di fuori e contro la tirannica volontà del partito socialista. (...) Le giornate della violenza operaia hanno un valore rinnovatore che supera di mille cubiti la miseria degli arruffapopoli. Nel Popolo d'Italia del 6 aprile 1920, Mussolini scriveva: ... Parto dall'individuo e punto contro lo Stato. (...) Abbasso lo Stato sotto tutte le sue specie e incarnazioni. Lo Stato di ieri, di oggi, di domani. Lo Stato borghese e quello socialista. A noi che siamo i morituri dell'individualismo non resta, per il buio presente e per il tenebroso domani, che la religione, assurda oramai, ma sempre consolatrice, del- 1'Anarchia l Nello stesso tempo Mussolini incitava le masse a rovesciare quel governo debole ed inetto. Queste avrebbero dovuto tenersi pronte, egli diceva, a dare una mano alle nazioni vinte, Russia, Germania, Ungheria e Bulgaria, che egli chiamava le nazioni proletarie, per promuovere una nuova guerra rivo- 10 Luigi Villari (The Awakening of Italy, London, Methuen & Co., 1924) tratta molto duramente anarchici, comunisti e socialisti, ai quali imputa tutta la responsabilità dei disordini del dopoguerra. È molto severo coi socialisti moderati, che " andarono con la corrente" (p. 79). Scrive: " Turati era favorevole a un lento processo di penetrazione negli istituti borghesi, allo scopo di trasformarli in organi volti al benessere della comunità, contro i tentativi di instau– rare uno stato socialista mediante mezzi rivoluzionari; persino i socialisti piu moderati che non volevano una rivoluzione o che non credevano che questa fosse possibile, come Turati e Treves, erano troppo timorosi di perdere la popolarità nelle masse per parlare apertamente " (pp. 51, 74, 116). Ma Villari non fa parola dell'atteggiamento ultrarivoluzionario di Mussolini e dei suoi amici in quegli anni, quando l'agitazione era al suo massimo. Scrive soltanto: " Il numero degli aderenti ai Fasci era ancora troppo limitato perché il movimento avesse quella importanza nazionale che doveva assume·re piu tardi, e non aveva ancora sviluppato la sua politica sociale di riconciliazione tra capitale e lavoro: per il momento la sua funzione prin– cipale era di opporsi con la forza al bolscevismo" (p. 105). Mettendo un velo tanto modesto su tutta l'azione di Mussolini per aumentare l'agitazione delle acque, Villari può far ricadere tutto il peso della sua autorevole condanna sui socialisti moderati, i quali non arginarono le acque con energia sufficiente. 11 In Italia prima detta vittoria fascista i sindaca~i di categoria erano organizzati in fede– razioni nazionali, in parte sotto il controllo socialista e in parte popolare. Le federazioni nazio– nali controllate dal partito socialista erano riunite nella " Confederazione Generale del La– voro, " che aveva una direzione generale permanente. Le federazioni nazionali controllate dai popolari formavano la " Confederazione Italiana dei Lavoratori " anch'essa con una direzione centrale permanente. Analogamente, i sindacati controllati dai sindacalisti rivoluzionari e dagli anarchici erano riuniti nePa " Unione Sindacale Italiana. " II Sibloteca Gino Bianco

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