Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Appendice B. Il memoriale Pinzi che la deposizione di Schiff-Giorgini davanti al giudice istruttore è del 16 luglio 1924, è chiaro che non può essersi servito di nessuno dei suddetti do– cumenti come fonte di informazione. Quindi i fatti che secondo le sue affer– mazioni erano contenuti nelle sezioni a), b), c) del memoriale Pinzi, e che sono confermati dai suddetti documenti, non possono essere venuti a sua conoscenza che tramite il memoriale Pinzi. La prima deposizione di Silvestri, che è del 30 settembre 1924, potrebbe esser stata ricavata non solo da quella di Schiff-Giorgini, ma anche dai me– moriali Rossi e Pilippelli, di cui indubbiamente a quel tempo egli era a cono– scenza. Ma Silvestri afferma che c'era nel memoriale Pinzi una sezione d), di cui non si fa parola né nella deposizione Schiff-Giorgini, né nei memo~ riali Rossi e Pilippelli. Tuttavia il contenuto di questa sezione d) largamente confermato da De Bono, Rossi e Pinzi, le cui testimonianze cominciarono ad essere rese note solo nella primavera del 1925, tramite la requisitoria Santoro, fu a conoscenza di tutti solo alla fine del 1925, quando i documenti istruttori dell'affare Matteotti non furono piu segreti. Quindi anche questa sezione non è una invenzione di Silvestri. Se Schiff-Giorgini, Silvestri ed Emanuel avessero inventato il contenuto del documento, come va che successivamente la loro testimonianza veniva confermata da prove che non erano a conoscenza di nessuno quando la pre– tesa invenzione sarebbe stata fatta? 3. Una farsa legale. Per il procuratore generale Santoro e la Commissione senatoriale d'inchiesta 31 tutte queste prove non contarono- affatto. Non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere. Per dare una idea della cura con cui la Commissione chiuse gli occhi, prendiamo due esempi. a) La Commissione ammise come un fatto fuori discussione che il gene– rale De Bono aveva sottratto carte ed altri oggetti appartenenti a Dumini, che avrebbero dovuto essere portati come prove davanti ai giudici. Dopo avere · • fatto questa ammissione, assolsero De Bono da questa accusa per "insuffi- cienza di prove. " b) Il generale De Bono era accusato di avere ordinato l'aggressione ad · Amendola del 26 dicembre 192 3. A sostegno di tale accusa venne portata la lettera di Vico Perrone. 32 Ovviamente era dovere della Commissione d'inchie– sta accertare l'autenticità del documento, di cui era in possesso un certo mag- 31 Il propagandista del governo fascista in Inghilterra (The Fascist Experiment, cit., p. 74) scrive che " la Commissione senatoriale era composta di sette senatori la maggioranza dei quali erano antifascisti, compreso il presidente. " Noi Il 26 giugno 1924, subito dopo il de– litto Matteotti, tutti e sette i membri della Commissione (Zupelli, D'Andrea, Grosoli, Calisse, Castiglioni, Gioppi, Sinibaldi) votarono al Senato in favore del governo in un voto di fiducia. In una occasione simile, il 6 dicembre 1924, quattro di loro votarono a favore del governo (D'Andrea, Grosoli, Calisse, Gioppi), due si astennero (Castiglioni, Sinibaldi), solo uno (il generale Zupelli) votò contro. La ragione del suo voto è che, in quel momento (dicembre 1924) le alte autorità militari erano in contrasto con Mussolini per via della milizia e della organizzazione dell'esercito. · 82 Vedi sopra, p. 187. Bibloteca G1noBianco

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