Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La dittatura fascista in Italia 2) Abbiamo ricordato che Dumini, Volpi ecc. - specie Volpi nei riguardi precisi di Mussolini - erano stati utilizzati in precedenti azioni di violenza; 3) Abbiamo ricordato che la cosidetta polizia fascista era un organismo di cui il presidente insistentemente voleva la definitiva costituzione ed il suo funzionamento; 4) Abbiamo avvertito che il nome di Dumini era stato accettato con grande favore dal presidente, come uno dei principali componenti; 5) Abbiamo aggiunto che la cattura dell'on. Matteotti, con conseguenze cosf tragiche, non si poteva considerare che come una intempestiva iniziativa del tutto arbitraria, avvenuta a completa insaputa di tutti, in quanto Marinelli era assente da Roma ed io da parecchi giorni avevo rotto i rapporti con Dumini; 6) Abbiamo sostenuto che siccome difficilmente si poteva sfuggire ad una comune indiretta responsabilità, conveniva procedere con estrema cautela negli arresti e nelle con– seguenti pratiche della polizia giudiziaria, mentre dal suo canto il partito doveva resistere contro l'iniziato sfruttamento del caso da parte delle opposizioni. 27 Marinelli disse che indubbiamente aveva_ l'impressione che la fesseria grossa l'aves• sero commessa Dumini e compagni. Nell'occasione il Marinelli scongiurò De Bono a soffo– care le ricerche perché questa forma di illegalismo e di persecuzione degli avversari, tipo Matteotti, degenerata nel delitto, rientrava nel piano di difesa del regime fascista che non poteva, come ogni tanto minacciava il Duce, piantare i plotoni di esecuzione, in quanto gli avversari danneggiavano il regime senza scendere in piazza, limitandosi a polemiche giornalistiche e critiche parlamentari. (...) In quella occasione ricordai il fatto Amendola, dicendo a De Bono, l'aggressione l'hai organizzata tu d'ordine del presidente, e quindi verrà fuori! Cosf verrà fuori l'affare di Parigi e quello di Forni, e l'affare di Misuri e di altri casi di violenza consumati in seguito agli incitamenti presidenziali. 28 Poiché tutto quanto sopra è mnemonicamente riassunto era materia arcinota agli ono– revoli De Bono e Pinzi - grazie ai rapporti continui con il presidente, per la conoscenza del suo temperamento e delle consuetudini della lotta fascista - non abbiamo avuto l'onore di scorgere sui loro volti ombra di stupore, né tampoco di sdegno e di contrarietà. Anzi l'on. De Bono, uscendo nel corridoio mi assicurò che avrebbe subito telefonato a Mi– lano per sospendere l'annunciato imminente arresto di Putato e che in quanto all'auto– mobile di Filippelli e relativi chauffeurs aveva già disposto per accomodare la cosa. 29 Adesso tiriamo le conclusioni. Il 16 giugno, Schiff-Giorgini, Silvestri ed Emanuel comunicavano il con– tenuto del memoriale ai senatori Albertini e Sforza, ai deputati Amendola e Turati, e a Domizio Torrigiani, gran maestro della massoneria; il 16 luglio, Schiff-Giorgini ripeteva le sue affermazioni nella sua deposizione davanti al giudice istruttore. Il memoriale Rossi dell'n giugno non venne a conoscenza dei capi del– l'opposizione sino ai primi di agosto; il memoriale Filippelli del r4 giugno venne a loro conoscenza verso la fine di luglio, 30 due settimane dopo che Schiff-Giorgini aveva riportato il contenuto del memoriale al giudice istrut– tore. La circolare di Giunta con l'ordine dell'aggressione a Forni venne a co– noscenza solo nel novembre del 1924. La lettera di Vico Ferrone con la con– fessione di aver organizzato l'aggressione ad Amendola dietro ordine di Mus– solini, De Bono e Candelori, venne a conoscenza nel gennaio del 1925. Dato 280 21 Memoriale del 20 dicembre 1924. 28 Interrogatorio del 23 giugno 1924. 29 Memoriale del 20 dicembre 1924. ao Lettera di Amendola nella " Review of Reviews, " febbraio-marzo 1926. BiblotecaGino Bianco

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