Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La dittatura fascista in Italia a) " Egli (Finzi) attribuiva la soppressione dell'on. Matteotti ad una organizzazione segreta sorta in seno al partito e accanto al governo, che egli denominava Ceka. Questa organizzazione esisteva embrionalmente fin dai primi tempi dell'avvento del fascismo al governo, ma aveva ricevuto una forma organica in seguito ad una riunione tenutasi per iniziativa e per volere dell'on. Mussolini nella seduta di costituzione di un comitato segre– tissimo di salute pubblica, tenutosi il IO gennaio 1924, con l'intervento, oltre il presi<lente, di Giunta, De Bono, Forges Davanzati, Cesare Rossi e Giovanni Marinelli. A quella seduta non era presente pur facendo parte del comitato di salute pubblica, nella sua qualità di generalissimo della milizia, l'on. Italo Balbo. Questo comitato deliberò di dare una regolare organizzazione alla Ceka mettendovi a capo Cesare Rossi e Marinelli, il quale ultimo ne doveva curare e ne curò il finanziamento, coi fondi segreti della presidenza, dell'Interno' e degli Esteri, e del partito. L'organo doveva rimanere alla diretta dipendenza del presi– dente, e aveva lo scopo di difendere la persona del presidente, il governo e la rivoluzione fascista. b) "Dalla Ceka prima e dopo il IO gennaio 1924 furono effettuate le imprese Amen– dola, Nitti, Forni, nonché quella di Dumini a Parigi, per il cui viaggio Finzi ebbe ordine di consegnare trentamila lire all'on. Bastianini perché provvedesse al finanziamento del viaggio. Il Finzi ricordava gli organizzatori delle imprese di violenza che piu suscitarono clamore, e sarebbero stati per Misuri Italo Balbo, per Amendola De Bono, per Forni Giunta e Rossi, per Nitti Polverelli ed Igliori. e) " Il Finzi, continuando nelle sue dichiarazioni, mi disse che durante la discus– sione sull'indirizzo di risposta del discorso della Corona, l'on. Mussolini aveva ordinato ai capi della Ceka di far scomparire clandestinamente ma definitivamente i capi piu in vista dell'opposizione, cominciando dall'on. Matteotti. d) " Finzi accennava ad un colloquio svoltosi nella sala dei ministri della Camera, in cui Rossi si opponeva all'arresto di Dumini, deciso dal presidente, dicendo a De Bono che con quell'arresto si sarebbe finito con scoprire le piu alte responsabilità. " Questa versione quale fu data da Silvestri corrisponde quasi esattamente con quella data da Schiff-Giorgini nella sua deposizione del 16 luglio 1924, solo che in quest'ultima non si parla dei fatti riferiti sotto d). 15 Anche Gu– glielmo Emanuel, nella sua deposizione del 2 ottobre 1924, confermava breve– mente ma completamente quanto Silvestri aveva detto a proposito della Ceka, dicendo semplicemente quanto al resto del memoriale che il fratello di Pinzi ne confermava il contenuto "nei precisi termini riferiti dallo Schiff." Costretto ad ammettere l'esistenza del suo memoriale, Pinzi mutava tat– tica; ripudiava le deposizioni Silvestri, Schiff-Giorgini ed Emanuel, non solo per quanto riguardava il motivo delle sue dimissioni e la sua minaccia a Mus– solini, ma anche riguardo al contenuto del memoriale. Il procuratore generale Santoro accettò le smentite di Pinzi, rifiutando qualsiasi credito alla testimonianza dei tre testimoni col dire che le loro depo• sizioni erano una pura invenzione. Le deposizioni Maratea, Cioli, Morello, Grandi, Acerbo, sui motivi delle dimissioni di Pinzi e sulle sue minacce contro Mussolini, tutto questo non contava un bel nulla. Non contavano nulla neppure le stesse ammissioni d~ Pinzi. Perfino la lettera di Pinzi ad Acerbo • 1 ~ È pos~ibile che questo particolare sia stato comunicato a Silvestri da Finzi nelle spie– ga~10~1 v_erbah che accompagnarono la lettura del memoriale, o nel corso delle conversazioni, dei g1orn1 tra lunedi e giovedi. Per un errore di memoria Silvestri può aver creduto che esso facesse parte del memoriale scritto. Se la storia fosse stata una raffazzonatura tra Schiff• Giorgini e Silvestri, i loro racconti avrebbero coinciso in modo assai piu marcato. BiblotecaGino Bianco