Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Appendice B. Il memoriale Pinzi L'indomani mattina domenica (ciò che dimostra il primo colloquio essere avvenuto il giorno di sabato 14 giugno) egli tornò da Pinzi; il quale, trascorse oramai quasi 48 ore,4 aveva acquistato la certezza di essere stato tradito, e, divenuto sereno, gli dichiarò ritenere suo dovere di far conoscere agli italiani la sua innocenza e indicare ad un tempo i veri responsabili dei gravi fatti occorsi; - che contava in special modo su lui, Schiff, militante in campo politico avverso, per far conoscere alle personalità piu spiccate dell'opposizione il contenuto di una lettera memoriale. da lui indirizzata al fratello Gino, della quale aveva fatto piu copie, consegnate a persone di sua fiducia con incarico tassativo di renderla di pubblica ragione, qualora a lui fossero usate violenze, e che aveva avvertito di questo suo agire il sen. De Bono e l'on. Acerbo. Tolse infatti da la cartella, -che aveva sul proprio ta- volo, e gli consegnò una busta, sulla quale era scritto: " A mio fratello Gino, " allora suo ospite. Nella busta era un foglio a quattro pagine, riempite su tutte quattro, di carat– tere del Pinzi; il quale riferi averne fatte dattilografare altre copie, alcune distribuite a persone di sua fiducia ed altre depositate in una cassetta di sicurezza della Banca di No– vara. Che egli, Schiff-Giorgini, lesse e rilesse attentamente quella lettera, restata in sue mani circa mezfora. (...) Il Pinzi mi pregò di recarmi presso l'on. Amendola e l'on. Alber• tini per riferire loro il contenuto della lettera e pregarli di volersi incontrare con lui; per– ché egli, esasperato della condizione in cui era venuto a trovarsi, intendeva mettersi a completa loro disposizione. Feci rilevare al Pinzi l'estrema gravità del passo, che mi incaricava di fare; ma egli si mostrò assolutamente fermo nella decisione presa ed insistette nella preghiera rivoltami. Narra il testimone di essere andato a riferire questi fatti a l'on. Amendola ed, avendo da lui saputo che probabilmente avrebbe fatto colazione al Grand Hotel con l'on. Alber– tini, già in parte edotto dei fatti riferitigli da l'on. Amendola, dichiarò di approvare il contegno del Pinzi, ma di non ritenere prudente in quel momento l'incontro suo e del– l'on. Amendola con lui, e volle invece domandare se avesse accettato di conferire con un suo fiduciario, Carlo Silvestri o Guglielmo Emanuel; e l'on. Pinzi, comprendendo benis– simo il contegno degli on.li Amendola e Albertini, si dichiarò pronto a ricevere i loro fiduciari. Silvestri andò da Pinzi una prima volta nel pomeriggio, verso le ore 17 (lunedi'. 16 giugno [N.d.A.]), e vi ritornò con esso Schiff-Giorgini verso mezzanotte, mentre Emanuel s'incontrò col fratello di Pinzi in casa di comuni amici verso le ore 18. Aldo Pinzi a Sil– vestri e Pinzi Gino ad Emanuel narrarono la storia ed il contenuto della lettera-testa– mento; ma da quel momento 5 Schiff-Giorgini ebbe l'impressione che il Pinzi' avesse per– duta la sicurezza e la baldanza del mattino, perché pregò lui e Silvestri d'invitare gli on.lì Albertini e Amendola a soprassedere dal rendere di ragione pubblica le rivelazioni da lui fatte, volendo, sebbene fosse trascorso il termine di 48 ore, ~ttendere altre 24 ore. La sera del lunedi'., verso mezzanotte, l'on. Pinzi fu chiamato 6 dal presidente del Consiglio in via Rasella, ed egli, Schiff-Giorgini, rimase ad attenderlo in casa. L'on. Pinzi tornò dopo circa un'ora estremamente agitato e pallido: disse che Mussolini si dichiarò, mercé la tregua che le opposizioni gli avevano dato nei primi giorni dopo il delitto Mat- . teotti, di nuovo arbitro della situazione, ma non al punto di poterlo reintegrare in carica, e che suo primo compito sarebbe stato di riordinare e rafforzare la Ceka, la quale era in 1 1 Italia l'organo di governo piu necessario, ~d aggiunse: "Addio Aldo, ci siamo intesi." 4 Le quarantotto ore scadevano non la domenica, r 5 giugno, ma il lunedi r 6. Emanuel e Silvestri concordarono tutti e due nell'indicare il colloquio tra Schiff-Giorgini ed Amendola come avvenuto il lunedi. Durante questi giorni Schi.ff-Giorgini si recò spesso a trovare Finzi, e confonde conversazioni di date diverse. • " Da quel momento" significa dalla mezzanotte di lunedi 16, come appare chiaro dal paragrafo che appare poco piu oltre, e che comincia anch'esso con le parole " da quel momen• to. " Si deve tener prtsente che la deposizione di Schiff-Giorgini non fu scritta da lui nella calma e l'agio di uno studio. È il testo di quanto disse davanti alla Commissione senatoriale d'inchiesta. Un documento di questo genere non può non mostrare qualche inaccuratezza, risul– tato di interruzioni, domande minuziose, e tutte le distrazioni di un'aula giudiziaria. • Finzi non fu chiamato. Chiese egli stesso il cplloquio tramite il senatore Morello, e vi si recò non verso mezzanotte ma alle 22 (vedi sopra, p. 230). Bibloteca Gino Bianco .

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