Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La dittatura fascista in Italia limitata e delle banche e la soppressione della borsa; la registrazione e la limi– tazione dei patrimoni privati; la confisca_dei capita!i imp~odutt~vi; la te~ra ai contadini e il trasferimento della direz10ne delle 1ndustne, dei trasporti e dei servizi pubblici a sindacati di tecnici e di lavoratori. "Tutti i luoghi co– muni del dopoguerra, tutte le aspirazioni piu estremiste ed assurde di quel periodo di sovreccitazione morbosa vennero accolti tra i postulati del na- • " 9 scente partito. Quando i socialisti reclamarono la giornata di otto ore, l'organo di Mus– solini, Il Popolo d'ltali'a, sostenne che la settimana di quarantotto ore rappre– sentava un tradimento per il proletariato. Nel marzo 1919, quando a Dal– mine,. in provincia di Bergamo, 2.000 operai impegnati in una vertenza sala– riale con i datori di lavoro occuparono le officine Franchi e Gregorini, furono i seguaci di Mussolini i promotori effettivi di questa forma di agitazione, che si manifestava per la prima volta, e Mussolini stesso, recatosi a Dalmine, ten– ne un discorso agli operai elogiando il loro bril~ante risultato . ... L'esperimento di Dalmine - dice il Popolo d'Italia del 1 aprile 1919 - ha un valore altissimo come indice della potenziale capacità del proletariato di gestire diret– tamente la tabbrica. I tumulti per il caro-vita, che nel giugno e luglio 1919 crearono gravi di– sordini in molte città italiane, furono promossi proprio da quegli stessi uomini che formano adesso lo stato maggiore del partito fascista, mentre al contrario gli organizzatori socialisti, sebbene presi alla sprovvista dall'irrompere dei di– sordini, fecero del loro meglio per porvi un freno. Ecco quanto scrisse allora il Popolo d'Italia del 4 luglio: Il caro-viveri ha appassionato e agitato tutta la Romagna. (...) Il popolo è insorto energicamente contro la venalità degli speculatori e ha già ottenuto un forte ribasso sul prezzo di vendita dei generi alimentari. (...) Le requisizioni e i calmieri hanno ottenuto gli sperati risultati e non si farà comunque macchina indietro. E in un commento redazionale si diceva: ... Anche in altri punti dell'Italia centrale si delinea l'insurrezione delle classi operaie contro i primi e diretti responsabili della insostenibile situazione alimentare del nostro paese. (...) Non è il partito socialista ufficiale quello che ha provocato e diretto queste dimostrazioni ( ...) manca ad esso la volontà di capeggiare un moto che oltre ad essere satu_ro_ di resp~nsabilità può frustrare le vecchie e nuove speculazioni parlamentari e mini– stenah preordmate magari a base di minacce rivoluzionarie. (...) Per nostro conto affer– miamo esplicitamente la giustizia fondamentale della protesta popolare. Sul numero del 5 luglio Alceste De Ambris scriveva: Io spero anzi che, nell'esercizio di questo sacrosanto diritto la folla non si limiti a colpire i criminali nei beni, ma cominci anche a colpirli nelle ~ersone. Qualche incetta– tore_penz~lante dal l_ampione vicino al covo dei suoi misfatti (...) servirebbe di esempio assai meglio che le piccole condanne dei pretori e le " grida " ridicole delle autorità. 9 AvARNA 01 GuALTIERI, op. cit., p. 17. IO BiblotecaGino Bianco

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