Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La rivoluzione che non ci /t4 dobbiamo piangere, dobbiamo piangere pei muratori. E invece avviene uno spettacolo funambolico! Giolitti dà l'annunzio alla Camera e tutti sono in piedi. Io non so se le banali parole attribuite al Bissolati sian vere; ma piu o meno esatte, furon dette, e rimane il fatto dell'andata al Quirinale a rallegrarsi col Re. 6 Allo scoppio della grande guerra, nel 1914, Mussolini, che era allora di– rettore dell'Avan-tt"!, organo ufficiale del partito socialista italiano, per ben due mesi predicò che i lavoratori non si sarebbero dovuti lasciar trascinare nella " guerra borghese, " ma dovevano invece tenersi pronti a promuovere la rivoluzione sociale non appena la guerra avesse provocato la "crisi della società capitalista. " La sua neutralità era la neutralità di Lenin e dei socia– listi rivoluzionari. Improvvisamente, nell'ottobre 1914, si dichiarò a favore dell'intervento dell'Italia nella grande guerra, a fianco dell'Intesa; e nel no– vembre del 1914, senza avere un soldo in tasca, fondava un giornale quoti– diano: Il Popolo d'ltalia. 7 Durante il corso della guerra egli continuò a chiamarsi socialista e rivo– luzionario, esaltando la guerra come la via che avrebbe portato ad una rivo– luzione sociale. A guerra finita, smise di chiamarsi socialista, ma continuò a proclamarsi rivoluzionario, dandosi a gettar olio sul fuoco, nel clim'a di agi– tazione e di scontento, e facendo un guazzabuglio di propaganda ultrarivo– luzionaria ed ultranazionalista. 8 Nel marzo del 1919 il programma di Mussolini e dei fascisti, che comin– ciavano a organizzarsi in Fasci di combattimento, includeva la richiesta di un'Assemblea Costituente nazionale, che doveva essere la sezione italiana dell"' Assemblea Costituente internazionale dei popoli "; la proclamazione della Repubblica italiana; la sovranità del popolo esercitata da uomini e don– ne tramite il suffragio universale; l'abolizione del Senato; l'abolizione di tutti i titoli nobiliari e del servizio militare obbligatorio; il disarmo internazionale; l'elezione della magistratura; lo scioglimento delle società a responsabilità • 6 Discorso di Mussolini nella seduta del 13 lug1io 1912, il cui testo fu pubblicato dal giornale "Lotta di Classe," di cui Mussolini era direttore, il 13 luglio 1912, 7 Piu di una volta Mussolini è stato pubblicamente accusato di avere ottenuto dal governo frances<: i capitali necessari. Un settimanale milanese, " L'Italia del Popolo, " nel numero del 3 maggio 1919, lo accusò chiaramente di "aver riscosso chèques patriottici dal governo fran– c~se, " e lo sfidò a portare la cosa in tribunale, concludendo: " Abbiamo, o signore, le prove di Q!}anto fu scritto e detto. " Nel marzo del 1925, durante il processo Bonoi;nini, uccisore del fascista Bonservizi, alla Corte di assise di Parigi, Maitre Torrés accusò apertamente Mussolini di _avere, nel 1914, "trafficato" col governo francese a proposito del suo mutato atteggiamento nei confronti della guerra, e in una intervista pubblicata nell'opuscolo Guerra di Classe, numero unico, Parigi, marzo 1925, cosi ripeté: "La prima somma pagata a Mussolini fu di 15.000 fr~nchi, dopo di che avvenne un accordo per un pagamento mensile di 10.000 franchi. La prima somma venne consegnata da M. Dumas, segretario del ministro Guesde. Fu cosi che ebbe inizio il Popolo d'Italia con programma interventista. Nessuno osa negare questo reso– conto genuino dei fatti, per paura di documenti anche piu schiaccianti. " Il deputato socia– lista francese Renaudel, scrisse nel " Quotidien " del 9 nov. 1926: " Molti di noi ricordano bene che i primi numeri del Popolo d'Italia furono pubblicati grazie al denaro francese. Marce! Cachin conosce bene tutto questo, anche se non ha piacere che se ne parli. " (M. Cachin dopo la guerra diventò comunista, ma durante la guerra era uno dei membri della " Union Sacrée, " e fece diversi viaggi semi ufficiali in Italia.) 8 Cfr. l'opuscolo di GIACOMOMATTEOTTI, Il fascismo della prima ora, Roma, Tip. Ita– liana, 1924, pubblicato postumo; e CARLOAVARNADI GuALTIERI, Il Fascismo, Torino, Gobetti, 1925, pp. 14-29. .9 Biblotecç3 Gino Bianco

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