Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Appendice A. Memoriale Rossi dell' II febbraio 1925 fetto accordo, si capisce, con l'on. Igliori, altro padrino dell'on. Giunta, ero riuscito ad inchiodare l'on. Bencivenga alle sue responsabilità di soldato, 17 mentre era redattore del Paese, giornale specializzatosi in sconci attacchi contro S.A.R. il Duca d'Aosta, comandante la f armata. Il breve dialogo avvenn~ mentre l'on. Mussolini aveva a_fìanco S. E. il presidente del Senato, on. Tittoni. r9. La, fobia contro l'on. Amendola e il comm. Emanuel. Nel maggio del 1923 io riuscii a far accettare a S. E. Mussolini un invito rivoltogli dal comm. Norsa, dal comm. Giordana è dal cav. Petroncini ad un banchetto in onore dei giornalisti londinesi venuti al seguito dei reali d'Inghilterra, offerto dal-· l'associazione della stampa. Entrato l'on. Mussolini accompagnato dal sotto– segretario Acerbo, avendo egli notato nell'anticamera fra gli altri l'on. Amen– dola e il comm. Emanuel, del Corriere della Sera, si diresse verso di me, che parlavo con alcuni giornalisti, dicendomi: "Mi hai portato in un bell'am– biente ! Ci sono delle pessime facce che non posso digerire, per cui me ne vado. " Io gli domandai se era impazzito, ed egli mi rispose che un gesto del genere "rientrava perfettamente nel suo stile e che io politicante e pompiere non potevo capire. " Io, sforzandomi di non far notare ai vicini il concitato dialogo, insistei a dimostrare l'enormità del suo progettato gesto e riuscii a per– suaderlo quando gli feci osservare che dopo tutto Amendola ed Emanuel con la loro presenza rendevano omaggio al presidente italiano sorto dal giornali- I smo. A detto banchetto partecipavano i presidenti delle due Camere e l'on. Orlando. \ 20. Il senatore De Bono organizza un agguato contro Francesco Ciccotti. Fra gli uomini dell'opposizione contro i quali esplodeva sovente l'ira del pre– sidente, oltre i summenzionati, ricordo Cesare Sobrero, corrispond~nte della Stampa e del Giorno, e Francesco Ciccotti Scozzese, già suo interim nella direzione della Lotta di Classe di ForH durante la sua prigionia per i moti r contro la impresa tripolina. Un giorno esclamò: "Ma è possibile che io quan– 'I do vengo a Palazzo Chigi mi debba sempre imbattere in quella brutta faccia • di Ciccottino? Quello è uno dei latitanti politici che è tornato a farsi vivo. l I Va tolto dalla circolazione; bisogna fargli cambiare aria ed indurlo a ritornare · · a Monaco." Ciccotti si era recato in tale città nei giorni della marcia di Roma. L'incarico di fargli cambiare aria se lo assunse De Bono, direttore gene– / rale della P.S., non so precisamente in quale maniera. Dopo qualche giorno i però, lamentandosi l'on. Mussolini perché l'operazione non era ancora avve- nuta, sentii che De Bono si giustificava dicendo che ad onta della sorveglianza t della squadra incaricata all'uopo, la cosa non era aricora riuscita perché Cic– ~ c.otti si ritirava prestissimo. Però la designata vittima si deve essere accorta di quanto si tramava contro di essa, perché De Bono sucéessivamente informò il ~ presidente che Ciccotti aveva "tagliato la corda" ed aveva abbandonato Roma.•. n Bencivenga era un generale in pensione. Bibloteca Gino Bianco

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