Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Appendice A. Memoriale Rossi de/1'11 febbraio 1925 il presidente si trovava da qualche giorno per passare le feste a Milano. Il giorno dopo o due giorni dopo l'aggressione, i·l presidente tornato da Milano, di fronte alle insùtenti proteste del Mondo, cominciò ad inquietarsi per il modo carne era stata organizzata l'aggressi·one, facendo dell'ironia sul– l'automobile che era andata a finire alla caserma della miliz1:aa Via Magna– napoli, sul numero esagerato degli aggressori·, ed in genere sul modo come era stata eseguita. Fu in quella occasione che il presidente cosf si espresse: '" Quei gesti vanno fatti fare da elementi· che ne sappiano assumere la respon• sabilità. 11 E la medaglia d'oro Vitali e Dumi'ni furono dallo stesso presidente citati come tipi· adatti· allo scopo. Recentemente ho saputo dallo stesso presi·• dente che nella questi·one Amendola la poli.zia prontamente e fortunatamente era riuscita ad ottenere il si'lenzio sulle rz·cercheda parte del Mondo, dando ad intendere alla redazione che erano intervenuti z·n quella faccenda elementi ed infiuenze straniere. Sempre per lo stesso moti·vo, cioè per ?a mia difesa, intendo parlare del• l'aggressione Forni. 6 Durante la campagna elettorale, fui precipitosamente chiamato al tele• fono dal presidente, che mi dùse: "Vi.eni subito da me. 11 Lo trovai infuriato contro Forni:, perché a Biella aveva pronunciato un discorso contro il partito ed il governo. Era fuori della grazi·a di Dio, ed era anche z"rrùatocontro il prefetto Gasti, che, contrariamente a quanto a lui risultava da una telefonata del prefetto di Torino, gli aveva inviato un telegramma circa z·ldiscorso Forni che chiamava idilliaco. Investi anche me come membro della direzz·onedel par– tito. Ad un certo punto uscf precisamente z·nquesta frase: "Che fa Dumini? Si fa le seghe? 11 lo obbiettai· che non era a Roma. Impressionato dai richiami del presidente, l'ass,:curaz· che mz· sarei messo d'accordo con gli altri del diret– torio, e che certamente avrei mandato qualcuno a Milano per dare una le– zione a Forni. Mi recai immediatamente dal Gz·unta,che trovai· meno impressionato del presidente, e gli dissi che il presidente voleva che sz·desse una lezione a Forni e che siccome io dovevo andare al Viminale provvedesse lui a far partire qual• cuno per Milano. Io mz· limitai· a scrz·vereun biglietto diretto agli arditi fa• scisti. 7 Mi rivolsi·a loro perché avevo notato che l'ambiente del Fasdo di· Mz·. /ano era un po' debole nei riguardi di·Forni·. Nel biglietto però raccomandavo di non esagerare, e questo per il fatto che z·op,·oprio avevo chiamato Forni a Milano durante lo sdopero, cosf detto legalitarz·o,e l'avevo chiamato anche per la marcia di Roma. In fondo aveva delle benemerenze fasciste. Suggerivo qualche comizio nel paese, e provocando il tumulto dargli delle bastonate. In quell'occasione, saputo che Duminz· era a Perugia, telefonai al prefetto che lo facesse proseguire per Milano, dove al gruppo ardùi avrebbe saputo il motivo pel quale era necessarz·a colà la sua presenza. Il giorno dopo l'aggressi·one,nella 8 Vedi sopra, pp. 109, 187-188. ' Il gruppo capeggiato da Albino Volpi. 2 55 . BiblqtecaGino s·,anco

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