Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Appendice A. Memoriale Rossi dell' 11 febbraio 1925 richieste fattemi pervenire, fra le quali ricordo quella del maestro D'Amato, del ferroviere Mosca e del tipografo Parpagnoli. Mentre il presidente decise il contrario, affermando che era piu opportuno tenere detti signori "sotto il controllo e l'imperio del nostro manganello. " 3. Il direttore gen. di P.S: propone l'annegamento del capitano Giulietti. Durante l'agitazione per il patto di lavoro per armatori e gente di mare, una mattina della primavera del 1923, parlando al rapporto .quotidiano a Palazzo Chigi dell'annosa questione, il sen. De Bono sosteneva che l'unico modo per farla finita con tale agitazione era quello di far affogare il capitano Giulietti. Io credendo ad una sua barzelletta gli chiesi se era ammattito o se scherzava. De Bono mi rispose che non scherzava affatto, e che se noi eravamo d'accordo egli, avendo un suo disegno, avrebbe fornito gli uomini e i mezzi. Il presidente lasciò cadere la proposta ... radicale, tenuto conto del seguito che Giulietti ancora godeva fra la gente di mare e dei suoi rapporti di grande cordialità con D'Annunzio. 4. L'ordine di purgare e bµstonare due ammiratori di D'Annunzio. Nel gennaio del 1923, D'Annunzio assunse l'iniziativa dell'unità sindacale fra le varie organizzazioni esistenti in Italia. Siffatta iniziativa era caldeggiata da alcuni elementi non antifascisti della Confederazione del lavoro ed era se• guita con interesse dalle varie opposizioni, le quali contavano dì porre il poeta soldato contro il giovane premier italiano. Proprio in quei giorni l'on. Musso• lini, scorrendo una mattina un mucchio di telegrammi e lettere intercettate dal• la direzione generale di P .S., si soffermò su un telegramma inviato da due fratelli abitanti nel cremonese; il telegramma conteneva parole 1i fede in D'Annunzio, considerato come un elemento di armonia fra i vari contrasti politici. L'on. Mussolini, dopo aver scritto qualcosa su detto telegramma, lo consegnò al co~. Fasciolo dicendogli: "Mandalo a Farinacci perché faccia purgare e poi bastonare quei due signori." Non è affatto impossibile identi• ficare gli autori di detto telegramma. 5. Una mi·naccia di' fucilazione a G. M. Serrati, colpevole di' essere stato prosdolto dall'autorità giudiziaria. La mattina del 6 giugno 1923, S. E. l'on. Mussolini, appresa dai giornali la ·notizia che G. M. Serrati (da esso ministro dell'Interno denunziato e fatto arrestare per complotto contro la sicurezza dello stato, incitamento all'odio di classe, istigazione a delinquere ed apologia di reato) era stato invece prosciolto, indignatissimo contro la magistratura mi• lanese, che non aveva nemmeno avvertito la P5. della scarcerazione ·dell'ex direttore dell'Avanti!, cosf si espresse con assoluta freddezza: "La prima volta che mi capita un affare del genere mando a S. Vittore una pattuglia della mi•. lizia nazionale ad aspettare gli scarcerati. L'autorità giudiziaria proscioglie, ed io fucilo. A ciascuno le sue funzioni." Indubbiamente nei confronti di ,· ·Bibloteca Gino Bianco

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