Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La dittatura fascista in Italia ciale del socialismo e tendendo verso l'anarchia, giunse sino ad approvare i peggiori atti di violenza degli anarchici. Nel luglio 1910 un anarchico gettò una bomba nel teatro Colon di Bue– nos Aires. In data 9 luglio 1910, Mussolini cosf scriveva nel giornale Lotta di Classe, di cui era direttore: Ammetto senza discussione che le bombe non possono cost1tmre, in tempi normali, un mezzo d'azione socialista. Ma quando un governo - repubblicano o monarchico, im– periale o borbonico - vi imbavaglia e vi getta fuori della legge e dell'umanità, oh allora non bisogna imprecare alla violenza che risponde alla violenza, anche se fa qualche vit– tima innocente. E nel numero del 16 luglio 1910, cosf insisteva: Nel teatro Colon, in quella famosa serata di gala, tutti erano gli esponenti della reazione governativa. Persona vile il lanciatore solo perché si è disperso tra la folla? Ma non tentò anche Felice Orsini di nascondersi? E i terroristi russi non cercano di sfuggire, dopo fatto il colpo, all'arresto? "Eroi-pazzi quelli che compiono un atto individuale? Eroi, quasi sempre, ma pazzi, quasi mai. Pazzo un Angiolillo? Pazzo un Bresci? Pazza una Sofia Perowskaja? Ah no. Il loro atteggiamento ha strappato righe d'ammirazione a giornalisti borghesi d'alta intelligenza. (...) Non mettiamoci giudicando questi uomini e gli atti da loro compiuti sullo stesso piano della mentalità borghese e poliziesca. E non gettiamo noi socialisti le pietre della nostra lapidazione. Riconosciamo invece che anche gli atti individuali hanno il loro valore e qualche volta segnano l'inizio di profonde trasformazioni sociali. " Angiolillo era l'anarchico che, nel 1897, uccise il ministro spagnolo Ca– novas del Castillo, e Bresci l'anarchico che uccise il re Umberto nel luglio 1900. Dopo l'assassinio del ministro russo Stolypin, Mussolini scriveva nella Lotta di Classe del 23 settembre 1911: La Nemesi giustiziera lo ha percosso a morte. Ben gli sta. Stolypin, bieco, sinistro, sanguinario, ha meritato il suo destino. " La Russia dei proletari è in festa e attende che la dinamite frantumi le ossa del Piccolo Padre dalle mani rosse di sangue. La fine tra– gica del ministro di Nicolò Due è forse l'inizio di un nuovo perjodo di azione rivolu– zionaria? Lo speriamo. Intanto, sia gloria all'uomo che ha compiuto il sacro gesto del Vendicatore! " Nel marzo 1912, l'anarchico Alba attentava alla vita dell'attuale Re d'Ita– lia, ora cugino di Mussolini, ferendo invece un corazziere del seguito. Un gruppo di deputati socialisti, guidati da Bissolati, si recò dal Re per congra– tularsi delio scampato pericolo. Al congresso nazionale del partito socialista che fece seguito nel luglio, Mussolini ne ottenne l'espulsione, censurandoli severamente. Il 14 marzo - egli disse - un muratore romano spara un colpo di revolver contro Vittorio Savoia. C'erano precedenti chiari: quelli di Bresci e di Elisabetta d'Austria. Si sperava che ora non vi fossero piu Camere del lavoro a metter fuori le bandiere. (...) Uomini di 60 anni, fini d'intelletto, non dovevano lasciarsi prendere dal sentimento. Gli attentati sono gli infortuni dei re, come le cadute dai ponti quelli dei muratori. Se noi 8 BiblotecaGino Bianco

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