Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

li delitto Matteotti Il 2 dicembre, in seguito a tale sentenza, Marinelli, Filippelli e Rossi venivano messi in libertà. Il giorno seguente, Marinelli venne ricevuto ufficia!• mente da Farinacci, che gli confed la carica di ispettore generale del partito fascista. 113 Quanto a Filippelli, colui che aveva prestato l'automobile, siccome que• sta automobile doveva essere usata per un rapimento, e il rapimento era com• preso nell'amnistia, ne derivò che anche Filippelli venne rilasciato. La eliminazione dal processo di Rossi, Marinelli. e Filippelli tagliò la catena che legava Dumini a Mussolini. Delle cinque persone che avevano portato a termine il rapimento,. due sedevano nella parte anteriore della vettura, sul sedile dell'autista. Questi non potevano venir accusati di una uccisione non premeditata che era avvenuta all'interno della macchina. Dovendo rispondere solo di rapimento, anche que• sti furono amnistiati. Rimasero in ballo soltanto Dumini e i suoi due compagni che erano all'interno della macchina. Essi dovevano rispondere di due accuse: rapimento, e "omicidio non premeditato." Per il rapimento potevano anch'essi benefi• ciare dell'amnistia. Quindi la sola imputazione che rimaneva era quella di " omicidio non premeditato. " Per l' " omicidio non premeditato " il massimo della pena è di dodici anni di prigione. Nessuno dei tre imputati aveva confessato chi di loro 'aveva in– ferto il colpo fatale; e i giudici erano troppo delicati per incalzarli su questo punto. Siccome il principale colpevole era ignoto, la pena er~ riducibile della metà per tutti e tre; con ciò si scendeva a sei anni; di questi sei anni, quattro erano già coperti dall'amnistia, e gli imputati avevano già fatto diciotto mesi di prigione. Risultato: il rilascio immediato o quasi di tutti gli imputati, fos– sero o no condannati. Dato il modo come si era conclusa l'istruttoria, ora si doveva affrontare il pubblico processo. Un pubblico processo può sempre portare a delle sor– prese. Era necessario prendere delle precauzioni. Nel gennaio 1925, la Cassazione spostò il processo da Roma a Chieti, uno dei piu piccoli capoluoghi di provincia, dove le comunicazioni ferroviarie ·. sono difficili, dove ci sono Eochi alberghi, e dove, di conseguenza, testimoni, 113 Il Foglio d'ordini del P.N.F. del .23 ottobre 1926 pubblicava la seguente notizia: " Il Capo di stato maggiore della milizia generale Bazan ha inviato al comm. G. Marinelli la seguente lettera: Egregio Commendatore, S.E. il capo del Governo, comandante generale della milizia, mi ha dato il gradito incarico di comunicarle che lo ha reintegrato nel grado di capo– rale d'onore della milizia. Mentre esprimo la mia personale soddisfazione alla vecchia camicia nera silenziosa e fedele, che il dolore temprò alle lotte piti ardenti, sono lieto di rendermi interprete dei sentimenti della milizia tutta, superba di ritrovarla nei propri ranghi dai quali mai la considerò spiritualmente assente. Coi piti cordiali saluti voglia tenermi per affezio– natissimo suo, E. Bazan. " E il Foglio d'ordini cosi commentava la notizia: "Alla cam1c1a nera della vigilia Giovanni Marinelli, che riprende il suo posto d'onore, il saluto fascista di tutto il ·partito." (" Popolo d'Italia," 24 novembre 1926. [N.d.C.]) Durante la solenne cerimonia con cui Marinelli veniva reintegrato nei ranghi, alla presenza del ministro degli Interni, Fe- · derzoni, e del segretario del P.N.F. per la provincia di Roma, Foschi, questi tenne un discorso per elogiare Marinelli, attribuendogli, tra le altre virtti, quella di " aver mantenuto il silenzio per salvare il Duce " (cit. trad.). 2 43 . ~ibloteca Gino Bianco .

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