Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

li delitto Matteotti modo sorprendente con quelle di Rossi e di Filippelli. Marinelli non parlava, ma era affranto e scoraggiato, diceva avemmarie e paternostri a tutti i santi del calendario maschi e femmine 109 ; un uomo in queste condizioni sarebbe potuto crollare da un momento all'altro; il giudice istruttore aveva sempre avuto la prudenza di non metterlo a confronto con gli altri accusati; ma in un pubblico processo a cui avesse presenziato una parte civile a rappresentare la vedova di Matteotti, non si sarebbe potuto evitare un interrogatorio. Era impensabile di discutere in una pubblica Assise la col_pevolezza dei subor– dinati, con una tale massa di prove che si erano venute raccogliendo contro il presidente del Consiglio. Tutti questi ostacoli vennero eliminati dal decreto di amnistia firmato dal 1 Re il 31 luglio 1925. Questo decreto sospendeva l'esecuzione di tutte quelle sentenze per reati politici di cui era in corso la pena, esclusi gli omicidi con o senza premedi– tazione, ma riducendo le pene anche per questi delitti. Mentre in apparenza l'amnistia si dimostrava inutile per gli assassini di Matteotti, in realtà fu la chiave per aprir loro la porta del carcere. Le proposte del pubblico ministero, un cognato di Farinacci, che era segretario generale del partito fascista, in merito all'affare Matteotti, furono rese pubbliche il 9 ottobre 1925, proprio quando tutto il paese era sconvolto e terrorizzato per le uccisioni e le devastazioni di Firenze. 110 Il pubblico ministero trovò che Dumini e i suoi compagni avevano agito dietro ordini superiori. Ma da chi furono dati questi ordini? - Da Marinelli e Rossi. Marinelli e Rossi agirono esclusivamente di loro propria iniziativa? - , Il cognato di Farinacci ignorò tale questione; per quanto lo riguardava, gli indizi deUa responsabilità di Mussolini avrebbero potuto non esistere nemmeno. Cos1, una volta eliminato dalla causa il principale imputato, il pubblico ministero passò a chiedersi quali furono precisamente gli ordini dati da Ma– rinelli e Rossi a Dumini e la sua banda. Matteotti era stato ucciso subito dopo essere stato trascinato a forza nel– l'interno dell'automobile. La banda aveva ricevuto l'ordine di uccidere Matteotti, o semplicemente - _di portarlo via senza ucciderlo? Il pubblico ministero risolse la cosa trovando che Dumini e i suoi com- 1 plici avevano ricevuto esclusivamente l'ordine di portarlo via. · Il suo ragionamento fu il seguente: il delitto venne compiuto in fretta in un momento di confusione; perciò non fu premeditato; perciò non vi fu l'ordine di uccidere; perciò gli ordini datLa Dumini e alla sua banda furono semplicemente quelli di rapire Matteotti. Se cinque uomini si buttano addosso a una persona, la trascinano a forza 1011 Vedi un articolo pubblicato da Cesare Rossi nel "Corriere degli Italiani, " 29 otto– bre 1926. 110 Vedi sopra, pp. 1 1 2 sgg. Bibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=