Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

\ La dittatura fascista in Italia Camera, negò risolutamente ogni partecipazione non soltanto nel delitto Mat– teotti, ma anche nelle altre azioni di violenza avvenute negli anni precedenti: Ma potete proprio pensare che nel giorno successivo a quello del Santo Natale (...) io potessi ordinare una aggressione alle ro del mattino in via Francesco Crispi, a Roma, dopo il mio discorso di Monterotondo, che è stato forse il discorso piu pacificatore che io abbia pronunziato in due anni di Governo? Risparmiatemi di pensarmi cos1 cretino. E avrei ordito con la stessa intelligenza le aggressioni minori di Misuri e di Forni? 106 Si dimenticò di spiegare perché il suo giornale, Il Popolo d'Italia, aveva approvato la violenza cretina contro Amendola. Si dimenticò di spiegare perché le violenze contro Amendola, Misuri, Forni ecc. non erano mai state punite. Si dimenticò di spiegare perché Giunta fosse rimasto uno dei per- . sonaggi piu in vista del partito fascista, anc;he dopo la pubblicazione della let– tera in cui " presi ordini dal Presidente del Consiglio e Duce del fascismo " si doveva rendere impossibile la vita di Forni e C. E si dimenticò che la stessa maggioranza parlamentare che lo stava applaudendo aveva rifiutato ai giu– dici di Milano l'autorizzazione a procedere contro _Giunta. Quanto al " discorso pacificatore " pronunciato da Mussolini alla vigilia dell'aggressione contro Amendola, egli notò anche che il 7 giugno, alla vigi– lia del delitto Matteotti, aveva pronunciato un analogo discorso "pacifica– tore"; ma non richiamò il fatto che il discorso del 7 giugno venne pronun– ciato il giorno dopo che in quella stessa Camera, aveva minacciato i deputati dell'estrema sinistra di piombo nella schiena; e una settimana prima, il 31 maggio, aveva scritto un articolo nel Popolo d'Italia dove dichiarava che Mat– te0tti meritava una punizione piu concreta degli insulti puramente verbali lanciatigli da Giunta. 106 Il discorso del 3 gennaio r 925 contiene una sfida e una minaccia verso gli oppositori, pur rifiutandosi al tempo stesso tali atteggiamenti: L'articolo 47 dello Statuto dice: " La Camera dei deputati ha il diritto di accusare i ministri del Re (...). " Domando formalmente se in questa Camera, o fuori di questa Camera, c'è qualcuno che si vuol valere dell'articolo 47. (...) Se il fascismo è stato un'asso– ciazione a delinquere, io sono il capo di quest'associazione a delinquere I Se tutte le vio– lenze sono state il risultato di un determinato clima storico, politico e morale, ebbene a me la responsabilità di questo, perché questo clima storico, politico e morale io l'ho creato con una propaganda che va dall'intervento ad oggi. (...) Quando due elementi sono in . lotta e sono irreducibili, la soluzione è la forza. (...) Voi state certi che nelle 48 ore suc– cessive a questo mio discorso la situazione sarà chiarita su tutta l'area. Lanciando questa sfida, Mussolini sapeva bene che in quel momento i suoi oppositori non erano in una posizione tale da poter muovere una accusa 105 Discorso del 3 gennaio 1925. [N.d.C.] 100 In una intervista al corrispondente tedesco della " Telegraphen Union, " il 24 novembre I 926, Mussolini dichiarò: " Quando andai al governo ero del tutto pronto. come appare chiaro dal mio discorso del s maggio 1924, a collaborare con le opposizioni. " Il discorso del 5 maggi_o 1924 è in realtà un discorso pronunciato il 7 giugno 1924. Il Duce falsificò la data del dt· scorso per allontanarla il piu possibile dal fatale 10 giugno, giorno del delitto Matteotti. Co!11~ poteva un discorso del giugno r 924 mostrare chiaramente che quando '.' ~n1ò al gove:n_o, " c1~e nell'ottobre r 922, Mussolini era disposto a collaborare con le oppos1z10n1? Mussohm camhia sempre le carte in questo modo. BiblotecaGinoBianco

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