Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La dittatura fascista in Italia , giornale è già finito. Significa perdita di materiale, lavoro e capitale. Nel caso di grossi giornali, la perdita può essere assai considerevole. Un giornale non era mai al sicuro dal sequestro, neanche riproducendo notizie da un altro giornale che non era stato sequestrato. In tal modo il governo non soppri– meva ufficialmente i giornali di opposizione, ma li rovinava soffocandoli senza tanto chiasso. I gruppi di opposizione erano incapaci, o comunque non intenzionati, ad opporsi alle forze armate fasciste, se non seguendo metodi legali, cioè a parole. La verità è - diceva Mussolini il 22 luglio 1924, e aveva perfettamente ragione - che i parlamentari non possono fare altro che passivamente attendere, ed i non parla– mentari non possono che votare degli ordini del giorno (...). Né gli uni né gli altri sono _ in grado nemmeno di pensare di rovesciare il Governo fascista. Voto parlamentare ed insurrezione antifascista sono entrambi impossibili. (...) In fondo che cosa fanno le oppo– sizioni? Fanno degli scioperi generali o parziali? delle manifestazioni di piazza? o ten– tativi di rivolta armata? Niente di tutto ciò. Le opposizioni svolgono un'attività pura– mente di polemica giornalistica. Non possono fare altro. 102 Tuttavia questa attività di polemica giornalistica era un ostacolo formi– dabile. Un gio~nale, anche imbavagliato, è sempre un giornale. Il lettore ita– liano era capace di leggere tra le righe, interpretare i silenzi, afferrare le piu lievi allusioni. Un giornale di opposizione continua ad avere efficacia in quanto tale anche se non dice assolutamente niente. Nella seconda metà del 1924 i giornali antifascisti avevano una circolazione quotidiana di quattro mi– lioni di copie, quelli fascisti soltanto di quattrocentomila. Era un plebiscito quotidiano contro il fascismo. La stampa non si piegava alla milizia né la mi– lizia alla stampa. Verso i primi di agosto, Mussolini si sentiva già abbastanza forte per passare dalle promesse alle minacce. Si può schiacciare un focolare di rivolta - diceva 1'8 agosto - ma non si possono schiacciare 75 provincie, dove il Fascismo terrebbe assolutamente le piazze. (...) Se il fatta.ccio del giugno ci ha sorpreso, quello che potrebbe avvenire in agosto o in settembre non ci sorprenderebbe piu. È scontato. Il regime non si processa quindi. Se le opposizioni pensano di fare il processo al regime mettendo in catena (...) tutti gli episodi di illega– lismo, dichiariamo che ciò non è possibile. Si processerebbe la Marcia su Roma. (...) Se viceversa i nostri avversari vogliono mettere la questione sul problema forza, agiremo di . conseguenza. 103 E in un discorso del 1 settembre: Il giorno in cui (le opposizioni) uscissero dalla vociferazione molesta, per andare alle cose concrete, quel giorno noi di costoro faremo lo strame per gli accampamenti delle Ca– micie Nere. 104 Alla fine di luglio, Amendola era venuto in possesso del memoriale Filip– pelli del 14 giugno, e ai primi di agosto aveva ricevuto il memoriale redatto 102 B. MussOLINI, La nuova politica dell'Italia, cit., pp. 203, 2ro. 103 Ibidem, pp. 237-240. 104 Ibidem, p. 255. BiblotecaGino Bianco

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