Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

ll delitto Matteotti dispensarne." Il 15 luglio 1923, il Re venne meno al suo giuramento allo Statuto firmando un decreto per il quale il prefetto di una provincia aveva facoltà di diffidare il gerente di un giornale a cambiare il proprio atteggia– mento, se riteneva che: a) il giornale, "con notizie false o tendenziose, rechi intralcio all'azione diplomatica del Governo nei rapporti con l'estero o danneggi il credito· nazionale all'interno o all'este– ro, e desti ingiustificato allarme nella popolazione, ovvero in qualsiasi modo turbi l'or– dine pubblico "; b) il giornale, " con articoli di commento, note, titoli, illus·trazioni o vignette, ecciti a commettere reati, o all'odio di classe o alla disobbedienza alle leggi o agli ordini del– l'autorità o turbi la disciplina degli addetti a un pubblico servizio, o favorisca gli inte– ressi di Stati, enti o privati stranieri a danno degli interessi italiani, ovvero vilipenda la Patria, il Re, la Real famiglia, il Sommo Pontefice, la religione, le istituzioni, i poteri dello Stato, o le Potenze amiche. " 100 Qualora il giornale venisse diffidato due volte nello stesso anno, il pre– fetto poteva proibire al direttore di rimanere in carica, anche se la sua colpe– volezza non era mai stata provata, e poteva rifiutare l'autorizzazione ad un nuovo direttore. Qualora il prefetto non approvasse nessuno dei direttori pro– posti, il giornale non veniva soppresso, ma ... non poteva uscire. A questa violazione dello Statuto si aggiunse un'altra irregolarità: Mus– solini tenne nel cassetto per un anno il decreto reale prima di pubblicarlo. In tal modo il Re dava inizio ad una nuova pratica, quella di emanare una lettre de cachet contro lo Statuto, che il presidente del Consiglio poteva usare quando lo riteneva opportuno. Siccome il documento rimase impubblicato per tutto un anno, sebbene il Duce minacciasse continuamente di applicarlo, tutti coloro che volevano pensar bene del Re finirono per rimaner persuasi che egli non poteva aver firmato un decreto cosf incostituzionale. 101 Dopo il delitto Matteotti, Mussolini giudicò che fosse arrivato il mo– mento di pubblicare la lettre de cachet ottenuta un anno avanti. Ma trovò che non bastava. Cosf il ro luglio 1924, il Re "prigioniero di guerra" firmò sot– tomesso un altro decreto, che dava facoltà ai prefetti di sequestrare, a loro discrezione, qualsiasi pubblicazione. Il sequestro era una faccenda molto piu seria della censura. Il censore ·sopprime un articolo prima che sia stampato. Il sequestro avviene quando il 100 "Corriere della Sera, " 9 luglio 1924; R. Decreto-Legge 15 luglio 1923, n. 3288, pub– blicato nella " Gazzetta Ufficiale, " 8 luglio 1924, n. 1 50. [N.d.C.] 101 Nella primavera del 1924, il R. Decreto 15 luglio 1923 non era stato ancora promul– gato, sebbene se ne conoscesse l'esistenza. Quindi Luigi Villari (The Awakening of Italy, cit., p. 264) poté scrivere: "Quanto' alla censura sulla stampa, di cui si è tanto parlato nei gior– nali stranieri, si trattò semplicemente di una minaccia del. presidente del Consiglio. Tuttavia tale misura non fu mai adottata. " Naturalmente il propagandista non fa parola delle :vio– lenze illegali a cui erano sottoposti giornali e giornalisti. Dopo che la censura fu introdotta, Vinari si convinse nella primavera 1926 che questa era una cosa giustissima: " La libertà di stampa è diversamente interpretata nei diversi paesi e in tempi diversi, e i suoi limiti variano secondo le circostanze. Se in Italia ci fosse stata una sana stampa di opposizione, non ci sarebbe stato bisogno di una misura cosi severa. " (The Fascist Experiment, cit., pp. 207, 215.) Ovviamente coloro che giudicano se la stampa di opposizione sia sana devono essere gli amici politici del propagandista, e nessun altro. 2 35 Bibloteca Gino Bianco

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