Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La dittatura fascista in Italia L'obbiettivo della mia politica generale di governo resta immutato: raggiungere a qualunque costo, nel rispetto delle leggi, la normalità politica e la pacificazione nazionale, selezionare ed epurare con instancabile quotidiana vigilanza il Partito, nonché disperdere con la piu grande energia gli ultimi residui di una concezione illegalista inattuale e fa– tale. (...) Sia fatta luce e· giustiziai Sia affermato sempre piu l'impero della legge! 97 Nemmeno l'assalto all'abitazione del senatore Frassati impedi che la maggioranza del Senato ascoltasse con gravità le promesse del presidente del Consiglio. A Milano, tre giorni dopo, il 27 giugno, i fascisti bastonarono a morte un tranviere, certo Oldani. 98 Ma coloro che volevano credere alle promesse di Mussolini potevano indicare altri fatti a dimostrare che "gli ultimi residui di una concezione illegalista" stavano scomparendo: Cesare Rossi, non sperando piu di sfuggire all'arresto, si costitui il 22 giugno; Giuseppe Viola fu arre– stato a Milano nella notte del 24 giugno; Amleto Poveromo fu arrestato a Mi– lano il 28 giugno, e quello stesso giorno, a Roma, veniva arrestato Marinelli. "La giustizia seguiva il suo corso!" Coloro che non condividevano tale convinzione si sarebbero dovuti ricre– dere il ro luglio 1924. Nei primi anni della dominazione fascista (1921-23) tipografie e redazioni dei giornali di opposizione venivano devastate e incendiate; i direttori e i cor– rispondenti venivano bastonati, feriti, messi al bando, uccisi; tutte le copie stampate venivano bruciate al momento di uscire di tipografia o al loro arrivo alle stazioni ferroviarie; i rivenditori venivano minacciati e picchiati e i chio– schi dati alle fiamme; ogni tanto qualche prefetto confiscava arbitrariamente l'edizione di un giornale. 99 Ma, ufficialmente, le vecchie leggi che garantivano la libertà di stampa rimanevano in vigore, e coloro che volevano tener gli occhi tappati potevano continuare a sperare che un giorno queste azioni ille– gali e incostituzionali sarebbero cessate e la libertà di parola e di stampa sa– rebbe stata restaurata. Ad ogni buon conto, il Re poteva ignorare queste azio– ni in virtu della sua teoria che un monarca costituzionale è un personaggio sordo e cieco che conosce soltanto quello che gli fa conoscere il suo presi– dente del Consiglio. Tuttavia, non poteva ignorare che nello Statuto, al quale aveva giurato .fedeltà al momento di salire al trono, c'era un articolo 28, il quale stabiliva: "La stampa sarà libera, ma una legge ne reprim.e gli abusi "; un articolo 3, il quale stabiliva: "Il potere legislativo sarà collettivamente esercitato dal Re e da due Camere; il Senato e quella dei deputati"; e un articolo 6, il quale stabiliva: "Il Re nomina a tutte le cariche dello Stato; e fa i decreti e regola– menti necessari per l'esecuzione delle leggi, senza sospenderne l'osservanza o 97 B. MussoLINI, La nuova politica dell'Italia, cit., pp. 188-189. 98 " Popolo d'Italia, " 28 giugno 1924. . 00 Il "Comunista" di Trieste fu sequestrato dal prefetto il 9 marzo 1923, e nmase so– speso sino al 13 marzo; la "Unità" di Verona fu sequestrata il 7 aprile 1923; il "Galletto" di Asti il 19 aprile 1923, ecc. 2 34 BiblotecaGino Bianco

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