Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La dittatura fascista in Italia La mattina di lunedi 16 giugno, sempre allo scopo di dare soddisfazione all'opinione pubblica, Mussolini persuase De Bono a dare le dimissioni dal suo ufficio di capo della polizia. Ma al tempo stesso, fece radunare a Roma 3.000 uomini della milizia provenienti dalla Toscana, dall'Umbria e da Fer– rara.93 La milizia toscana, capitanata dal console Tamburini, marciò per le vie di Roma al grido di "Viva Dumini!" De Bono non aveva finito di controllare la macchina della polizia, che questa ricominciò a funzionare regolarmente. Nel pomeriggio di quello stesso giorno, in un motoscafo al largo di Genova, venne arrestato Filippelli che stava andando in Francia. Era stato riconosciuto da un giornalista che lo in– dicò alla polizia. 94 Quella stessa sera, a Bellagio nei pressi del confine con la Svizzera, fu arrestato Albino Volpi, che per tre giorni era stato lasciato in pace. Dumini non era piu l'unico prigioniero di cui occorreva assicurarsi il silenzio. Filippelli in particolare era un detenuto pericoloso. Fu solo dopo l'arresto di Filippelli - racconta Rossi riportando le notizie avute da Fasciolo - che Mussolini sembrò rendersi conto di quanto fosse compromettente la circo– stanza del rilascio del passaporto, se fosse venuta alla luce. Egli capi che Dumini, per rassicurare Filippelli, doveva avergli detto che il passaporto era stato trasmesso a lui. Allora cominciò a brontolare con Fasciolo: cc Ora Filippelli farà sapere che Dumini ti dette il passaporto perché fosse consegnato a me. È un maledetto pasticcio I " E cominciò a rim– proverarlo per avere accettato da Dumini un messaggio e un documento del genere. Fa– sciolo rispose che non era la prima volta che Dumini gli aveva dato un messaggio per il Duce. Per quello che lo riguardava, non aveva niente in contrario a recarsi dal giudice istruttore e deporre su questo particolare. Mussolini disse: cc Bell'idea! Stattene zitto. Se rimango qui, salverò l'intera baracca, altrimenti salteremo tutti per aria. " Brontolò per il modo maldestro con cui era stato compiuto il rapimento. cc Porca ma... - disse - bastava avessero pisciato sulla targa. " 95 Il pomeriggio e la sera del lunedf 16 giugno possono essere considerati il momento critico nella carriera di Mussolini e nella storia del fascismo. Il loro destino era nelle mani del Re. Il Re aveva fatto ritorno da una visita ufficiale in Spagna. Amendola e i leaders dei gruppi costituzionali di opposizione, volendo informarlo senza ritardo delle rivelazioni di Finzi, mandarono il conte di Campello, senatore e gentiluomo di corte, a raggiungere il treno reale tra Livorno e Roma. Si aspet– tavano che il Re avrebbe personalmente preso l'iniziativa di risolvere la crisi. Un monarca costituzionale - essi ritenevano - non è un "cochon à l'en– grais," come lo chiamava Napoleone. Egli deve sapere quanto sta succedendo nel suo paese. Se un ministro colpevole ha dietro di sé una maggioranza parla– mentare che egli stesso si è creata agendo senza scrupoli, è il Re che deve inter– venire per costringere il ministro a dimettersi e in tal modo aprire la strada alla giustizia. Il Re doveva comprendere che era giunto il tempo di porre fine 93 cc Popolo d'Italia, " 17 e 20 giugno 1924. 94 "Corriere della Sera, " 18 giugno 1924. 95 Appunti inediti di Rossi, agosto 1927. BiblotecaGino Bianco

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