Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La dittatura fascista in Italia di assicurare l'impunità ai colpevoli invece di lasciarli andare al loro destino, non ci può essere che una sola spiegazione: egli aveva bisogno di impedire che venisse alla luce la sua propria colpa. 4. Le dimissi·oni di Pinzi· e di· Rossi·. I primi arresti non calmarono affatto l'indignazione pubblica. Tutti si rendevano conto che dietro gli esecutori materiali del delitto ci dovevano essere gli altri che avevan dato gli ordini, e che questi si dovevano ricercare nelle alte sfere della gerarchia fascista. Particolarmente i sospetti si indiriz– zarono verso Rossi, di cui Dumini aveva frequentato assiduamente l'ufficio · stampa, e verso Pinzi, in seguito alla insinuazione mossa dal Corriere Italiano, che il delitto fosse opera dei fascisti di Rovigo. Mussolini pensò che le dimissioni di Rossi dall'ufficio stampa, e di Pinzi dal sottosegretariato agli Interni, avrebbero potuto aiutarlo a guadagnar tempo, placando contemporaneamente l'~pinione pubblica. Nella mat~inata di sabato, 14 giugno, ebbe un colloquio con Pinzi, e lo pregò di dimettersi, sottolineando quanto fosse importante che l'opinione pubblica, nell'eccitazione generale provocata dal delitto, non considerasse lui (Mussolini) come responsabile di quell'assassinio. Si doveva offrire al pubblico un altro bersaglio; se Pinzi si fosse sacrificato, egli (Mussolini) avrebbe potuto salvare la situazione, che altrimenti diventava insostenibile. Passata la tem– pesta - e sarebbe passata in un paio di giorni - Pinzi sarebbe stato com– pensato della sua abnegazione con la nomina a ministro degli Interni. Pinzi acconsenti'. a questo temporaneo sacrifìcio. 73 Nello scambio ufficiale di lettere che ebbe luogo, si diceva: Finzi a Mussolini: " Caro Presidente, mi risulta che ieri, in una adunanza dell'op– posizione, si sia fatto il mio nome in relazione, sia pure indiretta, dell'orrendo delitto che io piu di qualsiasi altro condanno, reputandolo orribile, vilissimo e inutile. Acciocché io possa avere ogni ampia libertà e possibilità di individuare i miei nemici (...) e perché io possa difendermi sfidando questi signori ad uscire dall'anonimo e dall'ambiguità, e docu– mentare in faccia all'opinione pubblica le loro diffamanti falsità, ti prego di esimermi dalle cariche che ricopro. " Mussolini a Finzi: "Accolgo il tuo desiderio. Ma ora i tuoi avversari di tutte le · specie hanno l'assoluto obbligo morale di specificare, di documentare e di uscire insomma dall'ombra vile della vociferazione anonima e miserabile. Se non lo faranno, essi saranno giudicati dalla coscienza nazionale e condannati come calunniatori e speculatori. " 74 In tal modo Pinzi veniva messo avanti come un bersaglio fantoccio, per allontanare il tiro da Marinelli e Mussolini. Rossi fu molto meno facile da trattare. Resistette con tutte le sue forze. L'on. Acerbo comunicò al Rossi la decisione del Presidente - secondo quanto rifed lo stesso Acerbo - ed egli scattò violentemente, affermando la sua completa innocenza e 78 Vedi Appendice B. 74 " Popolo d'Italia, " 1 s giugno 1924. BìblotecaGino Bianco

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