Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Il delitto Matteotti Nel pomeriggio di ieri - durante la seduta alla Camera - l'on. Mussolini fece pre– gare la signora Matteotti - che aveva assistito dalla tribuna dei deputati al discorso del Presidente sul doloroso tema del rapimento di suo marito - di voler salire a Palazzo Chigi, avendo desiderio di parlarle. La povera signora (...) fu presto alla presenza del Presidente. Com'ella ebbe varcato l'uscio della di lui stanza, l'on. Mussolini scattò in piedi, metten– dosi in posizione d'attenti. La signora Matteotti scoppiò in singhiozzi. (...) L'on. Mussolini, evidentemente commosso, disse con fermezza: "Signora, vorrei riconsegnarle suo marito vivo. (...) Può essere certa che il ·Governo farà completamente il suo dovere. (...) Non· sappiamo nulla di positivo; ma c'è ancora qualche speranza. " Al drammatico colloquio hanno assistito gli on. Acerbo e Sardi. Questa eccellente versione, senza dubbio fu data alla stampa da uno dei segretari particolari del Duce. Il Gi'ornale dJltalia ci dice soltanto quel– lo che il Duce voleva che dell'incontro venisse creduto dal pubblico, con se stesso cinematograficamente ritto sull'attenti. Varrebbe la pena di sen– tire la versione della signora Matteotti. Immediatamente dopo questo incontro, Mussolini ricevette Rossi, e gli disse: Per il momento non c'è da far niente. Quei ragazzi han fatto troppe stupidaggini. Ci son già troppi testimoni. Io sono impotente; De Bono non è buono a niente. C'è troppo cattivo sangue che ribolle. Tutti coloro che sono indiziati debbono aver pazienza per un poco. Io devo avere le mani libere per lanciare il contrattacco. L'ora delle vendette verrà piu tardi. 72 A questo punto possiamo tirare le nostre conclusioni. Quando il giovedf, prima dell'arresto di Dumini, troviamo Rossi che proponeva di mettere a tacere lo scandalo, questo atteggiamento può essere spiegato in due modi: I) Rossi aveva una posizione di complice nel delitto e quindi aveva bisogno che si bloccasse la cosa per evitare che venisse alla luce la sua colpevolezza; 2) Rossi, sebbene personalmente non avesse colpa alcuna nel delitto, si ren– deva conto che questo avrebbe creato un grosso scandalo e una pericolosa I crisi politica, e voleva che si anticipasse la crisi soffocando lo scandalo. ·Il piano, di Rossi non fu seguito. Mussolini, al contrario, fece il venerdf I pubblica promessa che si sarebbe fatta giustizia. ' D'altra parte, De Bono lasciò che fuggissero tutti i colpevoli meno uno, I al quale assicurò che non avrebbe subito punizione alcuna a patto che man– tenesse il silenzio. In questa linea di azione De Bono non aveva nessun interesse personale, perché non aveva niente a che fare col delitto. Egli da solo non l'avrebbe mai intrapresa, senza esserne "autorizzato" da qualcun altro. Questo qualcun altro non poteva essere che Mussolini. Perciò era Mus– solini che aveva motivo di lasciare impuniti i colpevoli. Il venerdf, questo motivo non poteva essere quello di affrontare la crisi soffocando lo scandalo e annullando tutte le opposizioni con una nuova on– data di terrore. Lo scandalo era aperto. La crisi minacciava di spazzar via ogni resistenza. Se, nonostante il momento di estremo pericolo, Mussolini cercava TZ Appunti inediti di Rossi, agosto 1927. ·Bibloteca Gino Bianco

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