Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La dittatura fascista in Italia della Germania. Non per questo il popolo francese ebbe ad attraversare una crisi di esasperazione, quale quella che in Italia fece perdere completamente la testa a molte persone. Ma ciò si spiega facilmente se si pensa che Poincaré, Clemenceau e Foch si guardarono bene dal dare corso ad una campagna di amare recriminazioni paragonabile a quella promossa da Orlando, Sonnino e gli alti comandi dell'esercito e della marina italiana. Che cosa sarebbe acca– duto in Francia se la quasi totalità dei giornali, dei deputati e dei n1inistri sui quali ricadeva la responsabilità della guerra avesse per due anni ribattuto senza tregua che la Francia era stata frodata della sua vittoria, che la Fran– cia era alla rovina, che la Francia doveva prepararsi a combattere un'altra guerra contro gli alleati di ieri, per ottenere ciò che questi alleati le rifiuta– vano? I soldati francesi se ne sarebbero tornati alle loro case tranquilli e sod– disfatti, o non avrebbero fatto a pezzi ministri, deputati e giornalisti che ave– vano fatto la guerra e adesso si dichiaravano impotenti a salvaguardare gli " interessi vitali " della nazione? Coloro che piu di tutti trassero profitto dalla propaganda dei naziona– listi e dei fascisti furono i socialisti. Ripetendo le stesse parole di quelli che alla guerra ·erano _stati favorevoli, essi potevano bene affermare che malgrado tanto sangue versato si profilava ancora un'altra guerra: una guerra di cui D'Annunzio dava il segnale occupando Fiume proprio mentre il paese si preparava per le elezioni politiche del novembre 1919. 4 Queste elezioni ebbero dunque luogo in una atmosfera di febbre rivolu– zionaria. La nuova Camera si trovò divisa in tre settori: 156 socialisti, 100 popolari, e un gruppo di 250 deputati suddivisi in parecchie formazioni. Nes– suno di questi tre settori, da solo, poteva ottenere una maggioranza. I mi– nisteri venivano formati da una parte dei 250 deputati, che non appartene– vano né ai socialisti né ai popolari. Questa minoranza ebbe l'appoggio dei popolari, i quali di volta in volta prestavano alcuni dei loro uomini ai diversi ministeri, ma non si trovò mai la base per un accordo permanente. E queste fragili coalizioni dovevano tener testa non solo all'opposizione dei deputati socialisti, ma anche a quella di quei deputati che, pur non essendo né socia– listi né popolari, rimanevano estranei alla coalizione stessa. Una situazione simile può condurre solo alla paralisi delle istituzioni parlamentari; e questa paralisi parlamentare veniva alla luce proprio in un momento in cui, per lo stato di esaltazione che la guerra aveva lasciato in eredità, piu necessaria si faceva avvertire la presenza di un governo stabile. La nevrastenia del dopoguerra rendeva impossibile il regolare funzionamento del Parlamento, e la crisi degli istituti parlamentari alimentava la nevrastenia del dopoguerra. ~ Sugli ~fletti disastrosi della propaganda nazionalista e della spedizione di D'Annunzio su Fiume, cfr. NOVELLO PAPAFAVA, Appi,nti militari, 1919-1921, Ferrara, S.T.E.T., 1921, p. 143; GUGLIELMO FERRERO, Da Fii,me a Roma, Milano, Ed. Athena, 1923, p. 12; EDGAR ANSEL MowRER, Immortal Italy, New York-London, D. Appleton & Co., 1922, pp. 275 e 315. 6 BiblotecaGino Bianco

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