Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La dittatura fascista in Italia Frattanto Dumini consegnava a Fasciolo il passaporto di Matteotti per– ché lo portasse a Mussolini; ciò che Fasciolo fece appena Rossi ebbe lasciato il Duce. 56 Quando Mussolini seppe che anche Fasciolo era stato informato - cosi Fasciolo disse a Rossi, che lo ripete - egli sbottò: "Perché si sono messi tutti a parlare! Lo sa già tutta Roma! " E domandò a Fasciolo da chi aveva avuto la prima notizia. Quando Fa– sciolo gli consegnò il passaporto del morto e le altre carte, non mostrò nessuna sorpresa per questa singolare rimessa, ma mostrò nuovi segni di allarme. Borbottò semplicemente: " Questa roba è meglio non tenersela piu intorno. " Poi domandò particolari piu precisi, volendo soprattutto sapere se il corpo era stato sepolto come si deve in modo che non si potesse ritrovare. Fasciolo ebbe l'impressione che tutte le speranze del "Duce" fossero puntate sul mistero di cui circondare il delitto. 57 La impressione di Fasciolo era giusta. Dopo la mattutina visita di pram– matica a Mussolini, De Bono sped.1un telegramma a Postumia (Adelsberg), stazione di frontiera tra l'Austria e l'Italia, chiedendo se Matteotti non fosse transitato di là diretto a Vienna. 58 In tal modo le ricerche della polizia e la fantasia del pubblico venivano sviate verso Vienna. Ma .verso le ore 13 un funzionario di polizia riusciva ad accertare il nu– mero di targa dell'auto con cui Matteotti era stato rapito. Il portiere di una casa vicina a quella di Matteotti avendo notato il 9 e 10 giugno che una macchina si era fermata a lungo nella strada e sospettando che le persone che vi si trovavano fossero dei ladri, appuntò il numero della targa. 59 Con l'aiuto di questo numero, la polizia identificò l'auto, e i sospetti si indirizzarono cosf verso Filippelli e Dumini. Se il portiere non avesse appuntato il numero della targa, gli assassini sarebbero rimasti per tutti, meno il Duce e i suoi accoliti, " persone ignote. " Verso le ore 16, De Bono venne informato della scoperta e la comu– nicò a Mussolini. 60 Con piena conoscenza di tutti questi fatti, Mussolini alle 19,30 fece alla Camera il seguente discorso: Credo che la Camera sia ansiosa di avere notizie sulla sorte dell'on. Matteotti, scom– parso improvvisamente nel pomeriggio di martedf scorso in circostanze di tempo e di luogo non ancora bene precisate, ma comunque tali da legittimare l'ipotesi di un delitto che, se compiuto, non potrebbe non suscitare lo sdegno e la commozione del Governo e . del Parlamento. Comunico alla Camera che appena gli organi di polizia furono infor- 56 Nel memoriale del 14 giugno 1924, Filippelli scrisse che Dumini gli aveva mostrato una lettera indirizzata da un socialista genovese a Matteotti, e inoltre il passaporto di Mat– teotti, che gli era stato portato via, aggiungendo che nei prossimi giorni avrebbe consegnato gli oggetti a Mussolini. Lo stesso giorno in cui scriveva questo memoriale, Filippelli confidò a Naldi che " un passaporto e una lettera appartenenti all'on. Matteotti erano stati consegnati al segretario particolare dell'on. Mussolini, comm. Fasciola. " (Interrogatorio Naldi, 3 ottobre r 924.) Nel suo interrogatorio del 24 ottobre r 924, Dumini affermò che, dopo avere mostrato il passaporto a Filippelli, egli lo bruciò. Fascialo asserisce che egli stesso compi tale open~· zione. Ma un passaporto di Matteotti figurò tra. gli elementi di prova al processo Matteotti. Il pubblico ministero, il giudice istruttore e i tre giudici della sezione di accusa si guarda• rono bene dal seguire questa traccia. 220 57 Appunti inediti di Rossi, agosto 1927. 58 Deposizione De Bono, 9 luglio 1924. 59 Deposizione De Barnart, 14 novembre 1924. 60 Deposizione De Bono, 9 luglio 1924. BibJotecaGino Bianco

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