Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Il delitto Matteotti del Consiglio, che quel benedetto uomo non aveva mai voluto ascoltarlo, ed egli, De Bono, aveva detto che, essendo al Governo, si dovessero usare esclusivamente mezzi di repressione legali e statutari. 45 Dumini, Pilippelli, Rossi, De Bono e Pinzi parlano in occasioni diverse indipendenti l'una dall'altra, _in stati d'animo diversi e promossi da ragioni che differiscono grandemente. Dato il loro calibro morale, ciascuno da solo non avrebbe gran peso. Presi insieme, la loro concordanza fornisce una prova inconfutabile. Possibile che mentiscano tutti attribuendo a Marinelli l'asser– zione che l'ordine di levar di mezzo Matteotti proveniva da Mussolini? 46 Marinelli non è il solo ad attribuire l'ordine a Mussolini. Secondo De Bono e Pinzi, anche Rossi, nel colloquio avvenuto la notte del 12 giugno, assed che Mussolini, nei giorni precedenti il delitto, aveva ripetutamente espresso il desiderio che Matteotti fosse tolto di mezzo. Quindi Pilippelli non è solo nell'attribuire a Rossi tale affermazione. Possiamo perciò considerare provato il fatto che Rossi abbia veramente pronunciato tale affermazione. Se– condo De Bono e Pinzi, Rossi si trovava presente quando Mussolini espresse tale desiderio. Sia che Rossi fosse il solo a saperlo, sia che ne abbia parlato a Marinelli senza però approvare la cosa, sia che invece l'abbia personalmente approvata in modo esplicito o abbia preso parte alla sua esecuzione, il valore dell'affermazione di Rossi rimane inalterato. Vi sono quindi due testimoni, Rossi e Marinelli, che accusano Mussolini. 45 Deposizione Finzi, 18 novembre 1924, riprodotta nella requisitoria Santoro, e nel vo– lume Matteotti: fatti e documenti, cit., pp. 96-99; Si può osservare che le osservazioni di Finzi vanno prese tutte con cautela, dato che egli viene colto ripetutamente in flagrante men– zogna (vedi Appendice B, alla fine del presente volume). Tuttavia non tutto quanto Finzi dice è menzogna. Di quanto dice per difendere gli uomini che, al momento in cui parla, considerava suoi amici, non ci si può certamente fidare. Ma le affermazioni che vengono a danneggiare i suoi amici non si devono respingere a priori, specialmente quando sono confermate da altre prove. Nel novembre del 1924, era nell'interesse di Finzi liberare De Bono dalle accuse di aver favorito i colpevoli. Perciò tutto quanto diceva per presentare De Bono come un cavaliere errante al servizio della giustizia, non è da credersi. Ma non era allora nel suo interesse mettere Mussolini in una luce sfavorevole, e quindi possiamo credergli, quando afferma che Rossi e Marinelli dicono: a) che Mussolini ai primi di giugno si era infuriato almeno due volte contro Matteotti, e lamentava la mancanza di spirito combattivo nelle file fasciste; b) che in seguito a queste critiche Marinelli si era convinto che a Matteotti " dovesse essere resa difficile l'esistenza. " 46 Luigi Villari, nella " Review of Reviews, " marzo-aprile 1926, afferma che le accuse contro Mussolini provennero soltanto da Rossi e da Filippelli, e " furono redatte in un mo– mento di panico per salvare se stessi rovinando gli altri, testimonianze in ogni caso poco con– vincenti. " La verità è la seguente: 1) le accuse contro Mussolini vennero da cinque persone, Dumini, Rossi, Filippelli, De Bono e Finzi, e tutte queste persone indicarono Marinelli C?me loro informatore; 2) Marinelli, parlando a ·Dumini nel periodo di preparazione del 4ehtto, a Rossi la mattina del mercoledi 12 giugno, a De Bono e a Finzi nella notte del 12 giugno, non aveva nessuna ragione e nessuna intenzione di " rovinare gli altri, " cioè Muss~lini. -,:'er essersi piu tardi dimenticato delle sue asserzioni, venne ricompensato, al momento dt lasciare la prigione, con un'alta carica nel partito fascista; 3) parlando con Finzi e con De Bono la notte del 12 giugno, Rossi non aveva ragione di desiderare la rovina di Mussolini, si sforzava soltanto di mettere a tacere lo scandalo; 4) la lettera di .Dumini del 24 luglio a Finzi, e la corrispondenza del novembre 1924 tra Dumini e la sua famiglia, appartengono a u~ perio_d~ in cui il panico del primo momento si era già c,almato (non alludo qui alle accuse d1 Dumm1 dell'agosto 1925 e ottobre 1926, che npn erano a conoscenza di _V'illari al momento in cui scriveva); 5) Filippelli, interrogato il 6 dicembre 1924, confermò 11 ~ontenuto del suo me!llo• riale del 14 giugno 1924; anche Rossi confermò e a~plificò le pr?pne ac_cuse, nel memoriale · dell'n febbraio· 1925; nel dicembre 1924 e. nel febb1;a10 del 1_925 tl "pante<?" er~ passa!o da un pezzo; 6) De Bono e Finzi non erano mfluenzatt dal panico, quando, set mesi dOJ?O il de- , litto, ripeterono le affermazioni di Marinelli e di Rossi, e neppure avevano nessun mteresse di rovinare gli altri, cioè Mussolini. · BiblotecaGino Bianco

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