Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Il delitto Matteotti Nell'agosto 1925 - riferisce Cesare Rossi - ero in cura nell'infermeria della pri– gione. Un giorno arrivò Dumini tutto accigliato. Mi disse: "Sono stufo di stare qui. Sono stufo di promesse. Credo che cerchino di fregarmi peggio di te. In questi ultimi giorni ho fatto in modo che venga a galla tutta la verità. Ho mandato un memoriale a mio padre dicendo tutto ciò che mi aveva detto Marinelli. Fu lui che mi disse che Mussolini voleva che Matteotti fosse tolto di mezzo. " 37 Nel maggio 1926, dopo la sua scarcerazione, Dumini cominciò a lamen– tarsi di non aver mai ricevuto le cospicue somme di denaro che si diceva. Ebbe la faccia tosta di iniziare una causa contro il comitato centrale del par– tito fascista, il 15 settembre 1926, sostenendo di avei:-ricevuto per conto del partito fascista solo 40.000 lire, tramite l'avv. Vaselli, e 25.000 lire da parte di Marinelli, segretario del partito fascista. Il sottoscritto - afferma questo incredibile documento - come atto di dignità per– sonale, intende rinunciare a tutto quanto gli venne promesso, durante l'istruttoria e du– rante il processo, dai suoi avvocati, signor Farinacci e signor Vaselli, e piu tardi da Mari– nelli. In tali somme non sono comprese le 32.754,60 lire per l'ammontare dell'importo che fui condannato a pagare nel processo Matteotti. Dichiaro che tali spese non mi riguardano, e quindi le giro al direttorio generale del partito fascista. 38 Nell'ottobre 1926, fu ancora condannato a quattordici mesi e venti giorni di detenzione sotto l'accusa di aver pronunciato le seguenti parole: Se io sono stato condannato a sette anni di prigione per il delitto Matteotti, il Presi– dente avrebbe dovuto esser condannato a trenta. 39 b) Filippelli asserisce che la sera del 12 g1ugno Marinelli gli fece le se– guenti ammissioni: Marinelli si mostrò seccatissimo del contegno del Presidente dicendomi: "Quando c'è da dare gli ordini li dà ed insiste, quando poi si determina una situazione difficile si tira indietro. " Soggiunse che superato questo momento burrascoso egli non si sarebbe piu im– mischiato nella esecuzione di ordini di tal genere del Presidente. 40 e) Rossi afferma che Marinelli, il giorno dopo il delitto, gli disse: Era il Presidente che continuava ad insistere. Il giovedf (5 giugno) mi rimproverò di nuovo perché non si era fatto nulla. 41 d) Nella notte di giovedf, 12 giugno, Marinelli, Rossi, De Bono e Pinzi si incontrarono al ministero degli Interni. Di questo incontro abbiamo il reso– conto di De Bono: Rossi: Dunque intendete davvero arrestare Dumini e gli altri? De Bono: Perché no? 87 Appunti inediti di Rossi, agosto 1927. 88 Il documento circolò nella stampa clandestina, e venne pubblicato nel " Corriere degli Italiani" di Parigi, nell'ottobre 1926 (cit. trad.). 89 " Times, " 12 ottobre 1926. Nella sua difesa Dumini affermò che per " il presidente " egli non intendeva Mussolini, ma il suo compagno di prigione Volpi, pr~sidente dell'associa~. zione "Arditi d'Italia. " Dumini si servi di un trucco del genere per rigettare le sue. allu– sioni al Viminate e a Palazzo Chigi. La corte non accettò tale spiegazione, e lo ,condanno. 40 Interrogatorio Filippelli, 6 dicembre 1924. 41 Appunti inediti di Rossi, agosto 1927. BiblotecaGinoBianco 213

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