Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

ll delitto Matteotti quella di Marinelli; e anche se il Rossi ebbe parte nei preparativi del delitto, non è possibile, allo stato attuale della nostra conoscenza, valutare con esat– tezza la sua responsabilità giuridica o morale. 31 Tuttavia va ricordato che, anche assolto da questo particolare delitto, Rossi rimane sempre l'uomo che sino al giugno 1924 condivise la politica di Mussolini e che sarebbe ancora uno dei ·capi fascisti se nel giugno 1924 Mussolini non lo avesse sacrificato per salvarsi. Il fatto che non ci siano prove della sua compartecipazione a questo particolare delitto non può cancellare tutto ciò che lo stesso Rossi rac– conta di violenze di cui è stato testimone o alla cui esecuzione è stato di aiuto nel tempo in cui è vissuto a fianco di Mussolini. 32 Sia che le prove contro Rossi siano da considerarsi insufficienti, sia che lo si consideri colpevole insieme a Marine1li, rimane sempre sospesa la do– manda: Marinelli, o Marinelli e Rossi, agf od agirono di sua o di loro pro– pria iniziativa? Se dobbiamo credere a Filippelli, Rossi " la mattina di mercoledf (dopo il delitto), lo cercò affannosamente per dirgli che il Presidente on. Mussolini sapeva tutto, e che lui (Rossi) e Marinelli avevano dato ordini in seguito ad accordi con l'on. Mussolini." 33 Ma le affermazioni di un testimone quale Filippelli, sia contro Mussolini che contro Rossi, non possono essere accettate senza altre prove. La posizione di Marinelli è diversa. Cinque persone dichiararono che sia prima che dopo il delitto egli fece il nome di Mussolini come di colui che dette l'ordine di levare di mezzo Matteotti. Le cinque persone sono Dumini, Filippelli, Rossi, De Bono e Finzi. a) Per tutto un mese dopo il suo arresto, Dumini continuò a negare la sua partecipazione al delitto affermando di non saper niente di niente di quanto era successo. Quando poi ammise di aver partecipato all'uccisione prese su di sé tutta la responsabilità, e sia durante l'istruttoria che durante il processo negò recisamente di aver ricevuto ordini da Marinelli, Mussolini o chiunque altro. Ciò nonostante un altro degli uccisori, Giuseppe Viofa, pochi giorni dopo il delitto disse agli amici che lo tenevano nascosto, che se inter– rogato durante un processo avrebbe voluto parlare unicamente col presidente del Consiglio, " ed allora mi lancerò contro di lui e gli mangerò un pezzo di naso." 34 Viola deve avere appreso da Dumini che l'ordine proveniva da Mussolini. Dumini stesso non se ne è restato sempre zitto. Mentre era in prigione ebbe uno scatto di ribellione ~l 23 luglio 1924, quando fu messo a confronto con la deposizione di De Bono, in cui gli si attribui.va la confessione di essere stato lui alla guida della macchina. Il 24 lugli<:>, dalla sua cella, mandò una 81 Si veda la Nota supplementare A, alla fine del presente capitolo. 82 Appendice A, alla fine del presente volume. 88 Memoriale Filippelli, 14 giugno 1924 (il testo è riprodotto in Non Mollare, cit., tav. rx– x; fu pubblicato nel numero del febbraio 1925 [N.d.C.]); e interrogatorio del 18, ·giugno e del 6 dicembre 1 924. 84 Deposizioni di Valeriano Giunchedi, 8 luglio 1924; e Giuseppe Marciano, 18. luglio 1924. 2II s· loteca Gino Bianco

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