Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La dittatura fascista in Italia Il 7 giugno Dumini fu informato che il passaporto era stato rilasciato e raccontò la cosa a Thierschwald. 19 L0 stesso giorno Marinelli parti da Roma recandosi a. Milano. 20 Questo viaggio pare che avesse due scopi: consegnare personalmente ad Albino Volpi i fondi necessari per il suo viaggio a Roma e per quello dei suoi tre amici, e preordinare per sé un alibi rimanendo a Mi– lano mentre a Roma si compiva il delitto. L'8 giugno Dumini telegrafava a Milano ad Albino Volpi •chiedendogli di venire a Roma con un bravo autista. Nèl pomeriggio del 9 giugno Dumini ritornò da Filippelli chiedendogli ancora una macchina in prestito e promettendo di restituirgliela il mercoled1 o il gioved.1. 21 La sera di quello stesso giorno, Volpi, Poveromo, Viola e Ma- " lacria, cioè i quattro che sotto la guida di Dumini commisero il delitto, lascia– rono Milano arrivando a Roma il 10 giugno. Matteotti fu caricato a forza nella macchina e qui ucciso nel pomeriggio del 10 giugno. Erano le quattro e mezzo - affermò un ragazzo di dodici anni che fu testimone ocu– lare. - Stavo giocando con i miei compagni. Vicino a noi c'era una macchina che si era fermata proprio davanti a Via Antonio Scialoja. Ne uscirono cinque uomini che comin– ciarono a passeggiare su e giu. All'improvviso vidi Matteotti uscire. Uno degli uomini gli andò incontro e gli sferrò con violenza un pugno facendolo cadere a terra. Matteotti invocò aiuto. Allora sopraggiunsero gli altri quattro, e uno di questi lo colpi: duramente in faccia. Poi lo presero per la testa e per i piedi e lo portarono dentro la macchina che ci passò di fianco. Potemmo cosi: vedere che Matteotti stava lottando. Dopo non vedemmo piu niente. 22 Il 16 agosto, lo scheletro fu trovato in un bosco chiamato la Quartarella, oltre venti chilometri da Roma. Sino all'epoca del delitto Amerigo Dumini, il capo degli uccisori, fu un frequentatore abituale del ministero degli Interni e dell'ufficio stampa della presidenza del Consiglio, dalla quale riceveva un regolare stipendio mensile. 23 Aveva un permanente ferroviario procuratogli dagli uomini di fiducia del pre– sidente del Consiglio. 24 Era già ben noto per altre in1prese "eroiche." A Car– rara, il 2 giugno 1922, aveva preso a schiaffi una ragazza che portava un garo– fano rosso (il simbolo socialista). Il fratello e la madre protestarono, e lui sparò _loro,uccidendoli. Superfluo dire che per questo crimine non fu neppure arre– stato. Il 23 ottobre, aveva rapito con una macchina il deputato Mazzolani, ob– bligandolo a prendere dell'olio di ricino. Durante la campagna elettorale del 1924, egli comandava la squadra che bastonò Forni (cfr. p. 109). Tra le carte che gli furono confiscate al momento dell'arresto, c'era una lettera di Taran– telli, questore di Firenze, che gli prometteva gratitudine eterna per tutto quan- 19 Interrogatorio Dumini, 24 ottobre 1924; e Thierschwald, 22 ottobre 1924. 20 Interrogatorio Marinelli, 20 giugno 1924. . . 21 Interrogatorio Filippelli, 18 giugno 1924; e confronto di Filippelli con Dummt, 15 dicembre 1924. 22 Cronaca della udienza al processo di Chieti. "La Stampa, " 18 marzo 1926. (Cit. trad.) 23 Le ricevute di questi stipendi furono trovate tra le carte confiscate a Rossi. 24 Lettera di Rossi a Mussolini. il 23 gennaio 1924. 208 B1blotecaGino Bianco

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