Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

\ La dittatura fascista in Italia Il 30 maggio 1924, teneva un discorso alla Camera denunciando le frodi e le violenze che avevano insozzato le elezioni generali dell'aprile. Per due ore, tenendo testa al clamore, gli insulti e le minacce della mag– gioranza fascista, e iriterrotto ogni momento, sfidò coraggiosamente la tempesta, sostenendo che la maggioranza fascista non aveva il diritto né morale né politico di rappresentare il popolo italiano. Uscendo dalla Ca– mera Matteotti diceva al deputato Cosattini: " Ed ora preparatevi a farmi l'elogio funebre." 5 Il giornalista Maratea, che testimoniò durante l'istruttoria, fece il se– guente racconto: Dopo pochi minuti da che il Matteotti aveva finito di parlare io scesi nei corridoi e passando dinnanzi a un tavolo su cui era seduto Cesare Rossi, sentii costui inveire contro i capi delle opposizioni pronunciando delle gravi minacce. Egli che mi conosceva mi chiamò per nome, ed essendomi avvicinato a lui che conosceva i miei rapporti con l'on. Di Cesarò 6 ( ... ) mi disse: "Sappia che ce n'è anche per il suo Duca. " Poi cominciò a vomitare ingiurie e minacce contro l'on. Matteotti, il cui discorso lo aveva sommamente irritato, e che egli definiva essere la peggiore canaglia; contro Turati, Treves, Modigliani ed altri deputati, dicendo che il regime fascista aveva fatto male a non farli fucilare fin dal principio, aggiungendo che, quello che non si era fatto allora, si poteva fare adesso e che un di o l'altro questi signori sarebbero stati trattati come cenci alla forca. 7 Un altro giornalista, Carlo Silvestri, conferma il racconto di Maratea: La sera del discorso dell'on. Matteotti per denunziare le violenze elettorali, il Rossi mi apparve stranamente eccitato, ed in presenza mia e di altri pronunziò queste parole: " Con avversari come Matteotti non si può lasciare la parola che alla rivoltella. " In quei giorni i discorsi di Cesare Rossi su questo tono erano continui. Ricordo che un altro giorno mi disse testualmente: "Questa gente (alludeva ai capi dell'opposizione) si illudono se credono che quando Mussolini fa delle minacce, si compiaccia di frasi retoriche; se sa– pessero quello che passa nell'animo di Mussolini in certi momenti si placherebbero subito. Mussolini è ben deciso a mettere in atto le sue minacce; se non si desiste da questa oppo– sizione sabotatrice, egli farà funzionare i plotoni di esecuzione. Quelli che lo conoscono do– vrebbero sapere che Mussolini ogni tanto ha bisogno di sangue e non sempre i consigli di moderazione avranno effetto. " 8 Il 31 maggio, Giovanni Marinelli, tesoriere del partito fascista e mem– bro del quadrumvirato, scrisse al direttore delle carceri di Poggio Reale a Napoli, domandando il rilascio di un detenuto, tale Otto Thierschwald, non appena la polizia avesse fatto le pratiche necessarie; Thierschwald do– veva recarsi a Roma, dove avrebbe trovato all'Hotel Dragoni un certo signor Bianchi. 9 Bianchi era uno dei nomi assunti da Dumini, che capeggiava la banda che il 10 giugno rapf Matteotti; l'Hotel Dragoni era il quartier genera– le di Dumini e dei suoi complici. Thierschwald venne rilasciato il 2 giugno. 10 5 Deposizione Cosattini, 16 giugno 1924, e deposizione Priolo, 23 settembre 1924. 6 Di Cesarò, che era uno dei membri dell'opposizione, era il leader del gruppo " demo, cratico. " 7 Deposizione Maratea, 2 ottobre 1924. 8 Deposizione Silvestri, 29 settembre 1924. 8 La lettera fu pubblicata da Cesare Rossi nello " Stunde" di Vienna, e riprodotta nel " Corriere degli Italiani, " 2 s marzo e 29 ottobre 1926. 10 Interrogatorio di Thierschwald, 23 giugno 1924. 206 BiblotecaGino Bianco

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