Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La dittatura fascista in Italia Durante i disordini, come al solito, la polizia si distinse per la sua assen• za; nessuno degli autori delle tante azioni di violenza commesse alla luce del sole venne arrestato. Era chiaro che si trattava di un caso di " operazioni autorizzate." L'arcivescovo di Pisa, cardinal Maffi, inviò una protesta uffi– ciale. Malgrado le sue tendenze fasciste persino il papa era scandalizzato. Mus– solini annusò il vento e corse al riparo, mandando ai prefetti di Firenze e Pisa il seguente telegramma, che deve essere stato scritto il 15 o 16 luglio 1923: Ai Prefetti di Firenze e Pisa. Data ripercussione sfavorevole in Vaticano ultimi incidenti anti-cattolici sarebbe bene che direttorio locale fed. prov. fase. si recasse ufficial– mente sede Arcivescovo presentare deplorazioni rinnovando attestazione alto rispetto fasci– smo per religione cattolica. Mussolini. 105 In seguito a questo telegramma si ebbe un diluvio di scuse ufficiali. Il prefetto di Pisa si recò personalmente a render visita al cardinal Maffi, mo– strandogli il telegramma di Mussolini, che deplorava le " idiote azioni di vio– lenza contro i circoli cattolici, " e informò il cardinale dei passi che si stavano facendo per l'identificazione dei colpevoli. Il sindaco di Firenze insieme al vicesindaco si recarono dall'arcivescovo di Firenze per informarlo dell'auten– tico significato dei fatti. Mussolini stesso telegrafò a Firenze: Non possono essere fascisti ma equivoci elementi vecchio anticlericalismo, quelli che hanno devastato le sedi cattoliche. Ho ordinato la loro identificazione, nonché l'arresto immediato. 106 Ma Cesare Rossi, capo dell'ufficio stampa di Mussolini, rivela che Albino Volpi e altri fascisti, che in quei giorni erano venuti a Roma per minacciare i deputati di opposizione, furono convocati da Milano su ordine di Musso– lini.107 Il fatto che le aggressioni contro i circoli cattolici abbiano avuto luogo contemporaneamente in località lontane l'una dall'altra, mostra chiaramente che ci dovevano essere ordini emanati dal centro. In ogni modo nessuno ebbe a subire mai condanne per queste violenze, come è regola con le " violenze autorizzate." E nell'aprile 1924, Mussolini dette la sua approvazione alla de– vastazione delle organizzazioni popolari della Brianza (cfr. pp. 189-190). b) L'ordine per la bastonatura di Amendola fu dato da Mussolini a De Bono prima del 20 dicembre 1923, ed eseguito il 26 dicembre. Nel frattempo, il 23 dicembre, Mussolini si recò a Monterotondo per inaugurare una lapide commemorativa, e durante un discorso dichiarò: Siamo pronti a stendere la mano all'avversario, purché la mano di quest'avversario sia disarmata e ci venga porta con spirito di sincera lealtà. 108 Ad azione compiuta, De Bono disse a Rossi: 105 Nell'edizione inglese viene riprodotto il facsimile. [N.d.C.] 100 Telegramma al prof. Ermenegildo Pistelli, " Corriere della Sera, " 17 luglio 1923. 107 Vedi Appendice A, par. 34, alla fine del presente volume. 108 " Giornale d'Italia, " 2 5 dicembre 192 3. BiblotecaGino Bianco

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