Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Il diritto di uccidere Quanto fece fu di consegnare il passaporto a La Polla, che fece fare sei copie della fotografia di Scivoli. Alcuni giorni dopo, la polizia italiana notificava alla polizia francese che un certo Scivoli, residente in Francia, stava prepa– rando un attentato contro Mussolini. Tuttavia tennero per sé sia le fotografie che l'indirizzo di Scivoli, di modo che la polizia francese non avesse possi– bilità di agire alla svelta e potesse cosf essere accusata di aver mancato di prendere le dovute misure. Dato che questi anarchici erano partiti alla volta dell'Italia, essi sarebbero stati arrestati non appena varcata la frontiera. Poiché Scivoli era complice dei tre uomini che si accingevano ad attentare alla vita di Mussolini, le lettere che portava con sé avrebbero compromesso i massoni e i repubblicani. Scivoli inoltre era compaesano di Lucetti; Lucetti aveva appartenuto alla legione garibaldina, come si poteva vedere dalla sua tessera che Meschi era stato uno dei sergenti reclutatori della legione. In tal modo si sarebbero stabiliti dei nessi non solo tra Lucetti e gli anarchici, ma anche tra Lucetti, i repubblicani e i . massoni. Tutti questi intrighi erano stati calcolati per produrre i seguenti effetti plateali: 1) L'attentato sarebbe stato un buon pretesto per un nuovo pogrom con– tro gli antifascisti. 2) Il governo francese sarebbe stato accusato di complicità nei complotti dei rifugiati italiani in Francia. Come se queste manovre diaboliche non fossero già state abbastanza complicate, Ricciotti Garibaldi era in contatto con emigrati catalani in Fran– cia, i quali, al comando del colonnello Macia, stavano preparando un colpo di mano contro il governo spagnolo. Tutte le informazioni che Ricciotti Ga– ribaldi riusciva ad avere sui piani del colonnello Macia erano passat~ a Mus– solini. Questi a sua volta informava Primo de Rivera, ma si guardava bene dall'informare il governo francese. In tal modo poteva provocare l'ira di De Rivera contro i francesi per la loro inazione. Mentre il " complotto " si andava maturando, la stampa fascista e le figure centrali del partito condussero durante la seconda metà di settembre una cam– pagna frenetica di minacce contro i partiti di opposizione e contro il governo francese loro complice. Mussolini voleva provocare una guerra con la Francia? Questo io non lo credo. Secondo me, quello che voleva era una seria controversia diploma– tica, allo scopo di costringere il governo francese ad espellere dal suo terri– torio almeno una dozzina dei piu noti fuorusciti. Nella controversia diplo– matica che avrebbe fatto seguito alla " scoperta " del " complotto, " Musso– lini avrebbe potuto contare non solo sull'intervento di Primo de Rivera, che fuori della Spagna non contava un bel niente, ma su Sir Austen Chamberlain,. che parlava a nome del governo britannico. Sir Austen non avrebbe potuto rimaner fuori da una controversia tanto pericolosa per la pace europea. Tutti 1 95 . ibloteca Gino Bianco

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