Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Il diritto di uccidere a dire e a disdire, a ripetere e a contraddire se stesso, a tradire oggi quelli che ieri furono suoi complici. Cesare Rossi, che essendo vissuto per cinque anni a diretto contatto con Mussolini ebbe occasioni straordinarie per riuscire a conoscere il vero carat– tere dell'uomo, scrive a questo proposito: Come si conciliano questi episodi che stabiliscono cosi gravi responsabilità morali, politiche e penali dell'uomo (...) con certi suoi nobili atteggiamenti verbali? Con la va– rietà naturale del suo temperamento (che non sono stato certo io il solo ad avere appro– fondito) e con la mania del machiavellismo che ba costretto il suo spirito in questi ultimi anni ad un'infinità di doppiezze e di mutevolezze. Accade cosi çhe l'on. Mussolini può commuovere e farsi ammirare quando di fronte alla folla romana raccolta in Piazza Colonna il ro aprile grida: "Perisca la fazione pur– ché si salvi la nazione," 92 mentre pochi momenti prima si è augurato che questa volta i fascisti mettano a posto gli oppositori. Egli è volta a volta scettico e sentimentale, impul– sivo e cauto, irascibile e freddo, generoso e crudele, risoluto e temporeggiatore, intransi– gente e moderato; insomma tutti i caratteri propri del cervello e del cuore hanno in lui distinti aspetti. Ma nell'esercizio delle sue funzioni di capo del governo e del fascismo prevalgono in lui la doppiezza, la superficialità e l'improvvisazione. Cosi ai confederati tipo D'Aragona, Colombino, Belelli ecc., parlerà delle corporazioni sindacali con il tono dell'uomo che non vi riponga per la loro inconsistenza alcuna fiducia, mentre a Rossoni 93 garantiva di avere avuto con essi dei colloqui per comprometterli di fronte al loro partito. Nei riguardi di De Stefani 94 si mostrerà ufficialmente con lui solidale, mentre poi si opporrà alla cessazione del Nuovo Paese, propostagli da Carlo Bazzi, sostenendo che "alla sua tastiera giornalistica faceva comodo anche quel tasto" di opposizione ad personam. (...) Cosi pure assisterà ai discorsi dello stesso ministro a Milano 95 per poi sfogarsi con me, Acerbo e Pinzi, affermando ripetutamente che " il ministero delle Finanze è diventato la fabbrica dell'antifascismo. " Invierà dei messaggi a Farinacci, mentre poi istigherà il sotto• scritto perché il partito reprima il "successismo" di detto signore, e quando al consi– glio comunale di Cremona si delineerà una corrente di opposizione, l'on. Mussolini si augurerà " di poter presto bucare con un colpo di spillo anche questa vescica. " Riceverà una o due volte al giorno De Bono, Pinzi, Acerbo e Bianchi a rapporto, ma poi sugge– rirà a Pio Vanzi - che confesserà al sottoscritto queste direttive - il modo migliore per "sfottere" sul Serenissimo questi suoi quattro collaboratori, ai quali invierà ufficialmente nel discorso del 27 gennaio tenuto a Palazzo Venezia il suo plauso. 96 Nella stessa occa– sione affermerà che "il maggior nemico del mussolinismo è Mussolini," mentre (...) favorirà l'uscita del Sereno, incaricato proprio di sviluppare il dissenso fra Mussolini ed il partito. 97 Un esempio illuminante di questo doppio giuoco è fornito dall'incidente di Riccio~ti Garibaldi dell'autunno 1920. . Dall'autunno 1925 all'autunno 1926 la stampa fascista condusse una cam– pagna violenta e sistematica, accusando il governo francese di favorire i fuo– rusciti italiani. L'attentato Lucetti dell'n settembre 1926 forni: un pretesto eccellente per raddoppiare la campagna: Lucetti proveniva dalla Francia; - 112 B. MussoLINI, La nuova politica dell'Italia, cit., p. 44. 98 Segretario e capo dei sindaèati fascisti. 94 Ministro delfe ·Finanze nel gabinetto Mussolini dal novembre 1922 al luglio 1925. 95 15 marzo 1923; 30 maggio 1924. 98 Qui c'è un errore di memoria. Il discorso fu pronunciato il 28 gennaio 1924. Cfr. p. 210 n. 30, del presente volume. 1t Memoriale Rossi dell' r r dicembre 192 5. Appendice A, par. 38, alla fine del presente volume. 1 93 ibloteca Gino Sianco

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