Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La dittatura fascista in Italia qualsiasi luogo essi si presentino, dovranno venire attaccati violentemente da tutti i fa. scisti. (...) Attendo telegrafica risposta (...) per comunicare al duce che gli ordini saranno eseguiti. 76 Dopo la bastonatura di Forni, il Popolo d'Italia del 15 marzo 1924 pub– blicò un articolo dal titolo "Chi tradisce, perisce," di cui ecco i passi piu caratteristici: Ora che cosa è accaduto? Che in un momento delicato, qual'è una campagna elet– torale, i cosiddetti " dissidenti" (...) hanno fatto il gioco di tutte le opposizioni, hanno giovato a tutti i nemici del Fascismo. (...) Il delitto è chiaro e nefando. (...) Il bolscevismo ha soppresso fisicamente i dissidenti menscevichi. Né miglior sorte è toccata ai dissidenti socialisti rivoluzionari. (...) Quanto ai dissidenti anarchici centinaia di essi gemono tuttora . nelle prigioni bolsceviche e molti furono negli anni decorsi giustiziati. (...) Con quale criminosa faccia tosta osano ora questi immondi rettili del sovversivismo italiano non an– cora schiacciati dal tallone fascista levare alti lai se qualche traditore del Fascismo viene piu o meno clamorosamente punito? Siamo sempre ben lontani dai sistemi di Russia. Co– munque quando un partito ha assunto la responsabilità tremenda di dirigere le sorti della Nazione (...) esso ha perfettamente il diritto e il dovere di essere inflessibile contro i suoi nemici e piu inflessibile ancora contro i suoi disertori che passano al nemico. Il Fascismo segue in ògni caso l'esempio dei vostri "compagni" di Russia, o zelantissime carogne del Pus. Chi tradisce, perisce! Questo articolo fu scritto dallo stesso Mussolini. 77 e) Il 16 giugno 1924, Pinzi parlò di un viaggio a Parigi fatto da Ame– rigo Dumini, principale esecutore del delitto Matteotti. Alcuni mesi dopo ripeté tale affermazione davanti alla Commissione senatoriale d'inchiesta: Una volta ricevetti istruzioni di consegnare a Dumini 10.000 lire per una missione che gli era stata affidata dal segretario per i Fasci all'estero. Mi rifiutai di consegnare il de– naro personalmente a Dumini, e lo detti invece al comm. Bastianini. 78 In qualità di sottosegretario agli Interni, Pinzi poteva ricevere istruzioni soltanto dal suo ministro, che era Mussolini. Anche Rossi, nel suo memoriale dell'u febbraio 1925, parla di questo viaggio fatto da Dumini a Parigi nel settembre e novembre 1923 allo scopo di punire severamente i comunisti italiani che vi avevano preso rifugio: 76 " Corriere della Sera, " 29 novembre 1924. [N.d.C.] 77 Salvemini .cita direttamente il testo autografo di Mussolini di cui nell'edizione inglese riproduce il facsimile, e che faceva parte di un gruppo di documenti che il commendator Fa– sciolo, segretario particolare di Mussolini, portò via con sé quando fuggi all'estero per timore che Mussolini lo facesse far fuori per eliminare un incomodo testimone nell'affare Matteotti. Il testo pubblicato sul " Popolo d'Italia " presenta delle leggere varianti; è intitolato " Inci– denti e speculazioni, " e non contiene la frase " il delitto è chiaro e nefando. " [N .d.C.] 78 Requisitoria Santoro. Santoro è il procuratore generale che assistette la Commissione senatoriale d'inchiesta nelle indagini relative alle accuse mosse contro il generale De Bono in relazione al delitto Matteotti. Nella sua requisitoria, che occupa circa 300 pagine dattiloscritte (il documento si trova insieme agli altri documenti dell'inchiesta preliminare sull'affare Mat• teotti alla biblioteca della London School of Economics), Santoro manipola le testimonianze, in modo da attribuire ad un testimone le affermazioni fatte da un altro, interpretando i docu- • menti come se giungessero a conclusioni opposte a quelle che derivano dal loro significato, e mescolando le carte in modo tale da poter proporre l'assoluzione di De Bono. Ma le prove su cui doveva operare e che non poteva fare a meno di riprodurre, sono cosi schiaccianti che nessuna abilità sofistica ne può sminuire la forza. Si veda alla fine del presente volume l' Ap· pendice B, Il memoriale Pinzi. 188 BiblotecaGino Bianco

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