Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La dittatura fascista tn Italia I Tutto quanto è successo è avvenuto sempre per volontà diretta o per l'approvazione o per la complicità del Duce. Alludo alla bastonatura Amendola, ordinata da Musso– lini, me ignaro, a De Bono 70 ed organizzata da Candelori; alla bastonatura Misuri, organizzata da Balbo su suggerimento di Mussolini; alla aggressione a Forni concita– tamente ordinata proprio a me da Mussolini ed organizzata d'accordo con Giunta; alla dimostrazione contro il villino Nitti; alla recente dimostrazione contro le opposizioni ordi– nata da Mussolini a Foschi 71 ; alla proposta avanzata da Mussolini al Quadrumvirato (il comitato centrale del partito fascista) perché l'on. Ravazzolo avesse la meritata lezione in seguito alla sua indisciplina; alla distruzione dei circoli cattolici in Brianza ordinata da Mussolini a Maggi, onorevole, e poi ripetuta a me compiacentemente; aggiungo che gior– nalmente il comm. Fascialo aveva l'ordine, su indicazione di Mussolini, di inviare ai Fasci locali i nomi di sottoscrittori della Voce Repubblicana, dell'Avanti!, Giustizia, Unità e Ita– lia Libera ecc. affinché fossero purgati e bastonati. 72 Un altro degli intimi di Mussolini, Finzi, sottosegretario agli Interni dal novembre 1922 al giugno 1924, nei giorni seguenti il delitto Matteotti, mosse le stesse accuse contro Mussolini: Pinzi attribuiva la soppressione dell'on. Matteotti ad una organizzazione segreta sorta in seno al partito e accanto al governo, che egli denominava Ceka. (...) L'organo doveva rimanere alla diretta dipendenza del presidente. (...) Dalla Ceka furono effettuate le im– prese Amendola, Nitti, Forni, nonché quella di Dumini a Parigi, per il cui viaggio Finzi ebbe l'ordine di consegnare trentamila lire all'on. Bastianini. Il Finzi ricordava gli orga– nizzatori delle imprese di violenza che piu suscitarono clamore, e sarebbero stati per Mi– suri Italo Balbo, per Amendola De Bono, per Forni Giunta e Rossi, per Nitti Polverelli ed Igliori. 73 Si può obiettare che Cesare Rossi cercava di ricattare il Duce, per otte– nere la sua protezione nell'affare Matteotti, e che Finzi in un secondo tempo ritrattò le sue affermazioni che erano state soltanto delle esplosioni di rancore, e pertanto non degne di fede. E certamente le asserzioni di questi due accu– satori, considerate separatamente e senza nessun'altra prova, non avrebbero molto peso. Ma qui si tratta di due uomini, tutti e due intimi di Mussolini, i quali parlando del tutto indipendenti l'uno dall'altro arrivano a fare le stesse asserzioni. Inoltre le piu sorprendenti asserzioni di questi due uomini sono confermate da altre prove lampanti. Mussolini. Dopo la marcia su Roma egli venne nominato capo dell'ufficio stampa della presi– denza del Consiglio. A lui venne concesso il piu alto titolo onorifico della milizia fascista, quello di " caporale onorario. " Era membro del direttorio centrale fascista e della " pentar– chia, " che scelse i candidati fascisti per le elezioni parlamentari dell'aprile 1 924. 70 Il generale De Bono fu uno di quei generali che prepararono e condusstro la marcia su Roma. Mussolini lo nominò comandante generale della milizia fascista, e direttore generale della polizia, e inoltre lo fece senatore. De Bono, come capo della polizia, ogni volta che veniva commesso dai fascisti un reato politico, impediva che venisse svolta ogni seria indagine (vedi pp. 166-167 e 181). Nel dicembre 1924, Donati, direttore del quotidiano popolare "Il Popolo, " lo accusò di complicità nel delitto Matteotti e in altri reati. Ma secondo la legge italiana un senatore può essere processato soltanto dal Senato; quindi venne istituita una commissione di inchiesta per le indagini preliminari in merito alle accuse. De Bono venne assolto dalla commissione, sebbene il verdetto di assoluzione riconoscesse che come capo della polizia aveva sviato le indagini giudiziarie. (Si veda Appendice B, Il memoriale Finzi, alla fine del presente volume.) Dopo la sua assoluzione, nell'estate 1925, venne nominato governa– tore della Tripolitania. 71 Segretario del partito fascista per la provincia di Roma (vedi sopra, p. 107). 72 Per questo memoriale ci siamo serviti del testo pubblicato da " Il Mondo, " 28 di– cembre 1924. [N.d.C.] 73 Vedi Appendice B, sul Memoriale Finzi. 186 BiblotecaGino Bianco

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