Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Il diritto di uccidere della polizia, che accorreva a casa dell'assassinato. La sentenza non dice quel che avvenne allora, perché non avvenne nulla: la polizia andava a proteg– gere Consolo, e non aveva nessun obbligo di distrarsi con l'automobile dei fascisti. Finalmente, nel pomeriggio del 4 ottobre, il prefetto si svegliò: pubblicò un'ordinanza, che proibiva ogni pubblica riunione di piu di cinque persone in città e nella provincia. Piu ancora, il segretario nazionale del partito fa– scista, il famigerato Farinacci, mandò da Roma l'ordine: "Fermate ogni rappresaglia in nome del presidente del Consiglio. " Ed il segretario della federa~ione provinciale fascista fece eco: "In. nome dell'amato Duce e del– l'on. Farinacci, ogni sorta di rappresaglie deve immediatamente cessare." 40 Sotto il regime fascista non è la legge che proibisce l'omicidio; sono i " condottieri " del partito al governo che danno l'ordine di " cessare il fuoco, " quando essi lo ritengano opportuno. La mattina del 5 ottobre, Roberto Farinacci arrivò a Firenze per "fare una inchiesta." E il risultato fulmineo dell'inchiesta fu consacrato in un comunicato ufficiale: Sabato sera, in seguito a precedente appuntamento (l'appuntamento è una favola per far credere che Luporini sia stato attirato in una imboscata), il membro del Diret– torio del Fascio di Firenze cav. Giovanni Luporini, (...) recavasi nella casa del noto Vene– rabile rag. Napoleone Bandinelli. Mentre il Luporini e l'unico suo compagno, Gambac– ciani Lorenzo, discutevano sul contenuto di alcune circolari col Bandinelli (...) nel locale improvvisamente entrava certo Becciolini Giovanni (...) che sparava sui due fascisti (non si dice che altri fascisti erano rimasti di guardia nella strada: cosi si dà maggior rilievo alla pretesa imboscata). (...) Elementi piu passionali (...) procedevano ad immediate rap– presaglie (in tal modo, l'uccisione di Becciolini, che fu realmente una immediata rappre– saglia, viene messa in un sol fascio con le uccisioni di Consolo e Pilati, che furono eseguite a sangue freddo quattro ore piu tardi), durante le quali veniva ucciso l'avvocato Gustavo Consolo (...) e veniva ferito gravemente l'ex-onorevole socialista Pilati Gaetano, che fu segretario della Lega proletaria e di cui le cronache ebbero già a interessarsi quando egli, anche in Consiglio Comunale, facente parte della minoranza social-comunista, oltrag– giava la sua stessa mutilazione, maledicendo la guerra e la Patria. 41 (Nel novembre 1920, Pilati era stato eletto come socialista e non come comunista. Il 29 novembre 1920 - cin– que anni avanti la data della sua uccisione! - nella prima riunione del consiglio comu– nale di Firenze, il sindaco chiamò il consigliere Pilati, non solo col nome, ma anche coi titoli di veterano e mutilato di guerra, e si congratulò con lui per avere fatto il suo dovere verso la patria. Pilati rispose: " Questo dimostra che il socialismo non è scuola di viltà. " 42 In questa maniera aveva maledetto la mutilazione e bestemmiato la patria.) L'uccisione di Consolo venne giustificata nel comunicato col fatto che questi era stato corrispondente dell'Avanti!, candidato politico dei socialisti rivoluzionari e collaboratore del giornale clandestino Non Mollare:_ in realtà Consolo era stato assolto di fronte ai magistrati da questa ultima accusa. In– fine, i saccheggi di botteghe e case avevano avuto luogo perché i proprietari 40 Anche il testo di queste citazioni è ripreso da Non Mollare, cit., p. 32. [N.d.C.] 41 " La Nazione, " '6 ottobre 1925. [N.d.C.] 42 " Giustizia, " 26 ottobre 1925. ibloteca Gjno Bianco 1 75 .

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