Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La dittatura fascista in Italia Mentre assume piena responsabilità per le moderatissime rappresaglie esercitate finora dai fascisti, il direttorio ordina a tutti i fascisti di desistere da ogni violenza, ma di con– tinuare l'opera di identificare i massoni e cosi raccogliere informazioni piu precise sugli obbiettivi piu convenienti per un'azione radicale, decisiva e necessaria. 38 Il 3 ottobre su Battaglie Fasciste nuovo ukase: La massoneria deve essere distrutta (...). Per giungere a questo tutti 1 mezzi sono buoni; dal manganello alla revolverata, dalla rottura dei vetri al fuoco purificatore. In– somma ai massoni non deve essere lasciato scampo. (...). Se impiegati in amministrazioni private, i datori di lavoro, pena la' distruzione delle aziende, dovranno licenziarli. Qui si trattava di un aperto, clamoroso incitamento al crimine, i cui autori non erano anonimi e avrebbero dovuto essere immediatamente perse– guiti a termini di legge dal procuratore del Re. Ma il procuratore del Re dor- miva il sonno del giusto. · La sera del 3 ottobre, dopo tante provocazioni, successe che un massone sparò ed uccise uno dei fascisti che erano penetrati nella casa di un confra– tello massone e lo stavano maltrattando. Dopo esser stato trascinato alla fede– razione fascista, fu riportato sulla scena del delitto ed ucciso. La federazione fascista è vicino tanto alla prefettura che alla questura; ma la polizia non si fece viva. Per tutta quella notte e la mattina seguente si videro persone bastonate per le strade, negozi devastati, abitazioni private saccheggiate, la roba e i mo– bili bruciati nel mezzo di strada. Non si procedette a nessun arresto. Anche questa volta la polizia non si fece viva. La sentenza della sezione di accusa ci fa sapere che subito dopo la rap– presaglia contro Becciolini, il console fascista Tamburini convocò alla sede del Fascio gli ufficiali della milizia e li eccitò a "prendere l'iniziativa di serie rappresaglie": Le automobili, prima di partire per ogni nuova operazione, venivano alla sede del Fascio; i capisquadra entravano in una stanza, in cui altre persone non erano ammesse, e ne uscivano con pezzi di carta in mano, che, è da supporre, contenevano i nomi delle vittime. La sentenza ci informa inoltre che i capi della squadra, che aveva ucciso Consolo, ritornati alla sede del Fascio, parlarono con Tamburini, e rimessisi al lavoro andarono alla casa dell'ex-deputato Targetti. 39 Per cinque ore, dalle 21 alle 2 di notte, i taxi andarono su e giu per Firenze, senza che nessuno se ne desse per inteso. Sempre la sentenza della sezione di accusa ci informa che la stessa squadra che aveva ammazzato Consolo, ritornando alla sede centrale del Fascio, si imbatté con l'automobile 38 Abbiamo ripreso il testo pubblicato dallo stesso Salvemini in Non Mollare, a cura di G. SALVEMINI, P. CALAMANDREI, E. Rossr, Firenze, La Nuova Italia, 1955, p. 23; anche se abbiamo ragione di credere che si tratti a sua volta di una ritraduzione dall'inglese. [N.d.C.] 39 Sentenza della sezione di accusa, 30 novembre 1926, pp. 32, 38, 39, 42, 43, 45. (Il testo della citazione è anche qui ripreso dal Non Mollare, cit., p. 25, su cui si rimanda alla nota precedente. [N.d.C.]) 1 74 BiblotecaGinoBianco

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