Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Il dù-itto di uccidere Ecco un "decreto di bando" emesso a Padova il 2 novembre 1926: Allo scopo di evitare piu gravi provvedimenti, i seguenti individui sono pregati di lasciare Padova e la provincia, e possibilmente l'Italia, entro le prossime 48 ore, dimetten– dosi dalle loro occupazioni ed impieghi. Passato tale periodo le squadre di Padova, fedeli alla Rivoluzione fascista, non potr~nno garantire la sicurezza delle persone in questione. 36 Seguono trentotto nomi; e da ultimo le parole "la lista sarà continuata." La Voce Fascista di Treviso del 2 novembre 1926 pubblica una lista di persone, in testa il deputato Guido Bergamo, che sono ·dichiarate "bastardi," e alle quali quindi viene ordinato di abbandonare la ·provincia. Questa lista comprende un chimico, diversi avvocati, il proprietario di un caffè e i diret– tori di due giornali locali. L'ukase cos1conclude: Il dr. Bergamo e le altre persone, bandite ufficialmente dalla provmcia, partiranno oggi con le loro famiglie per varie ·destinazioni, e sono state consigliate a non fare mai piu ritorno alle loro case. È da sperare che questa dura lezione abbia raggiunto il suo scopo e che non occorreranno ripetizioni. 37 Nella zona dove svolge le sue azioni il ras Carosi, si conosce su di lui una canzone popolare: "Al mondo paura non ha; . Per lui giustizia non c'è. " Uno dei risultati piu allarmanti della dittatura fascista è che il popolo italiano ha perduto adesso ogni fede nella giustizia; è piombato in un abisso di anarchia morale dal quale per ora è impossibile vedere c_omee quando po– trà trarsi fuori. 4. _Ifatti di Firenze. L'assenza di ogni giust1z1a e l'anarchia morale che imperano sotto il regime fascista appaiono piu chiaramente che altrove nel comportamento della polizia e della magistratura in occasione dei fatti che ebbero luogo a Firenze dal 25 settembre al 4 ottobre 1925. Come ho già detto, per cinque giorni, dal 25 al 29 settembre, per le strade di Firenze e persino nei pubblici edifici si dette la caccia ai massoni che v~n• nero bastonati in serie. La polizia non si trovò mai sul luogo dei fatti e nessuno dei fascisti, tanto liberali nell'uso del manganello, venne arrestato. Il 25 settembre, il settimanale ufficiale Battaglie Fasciste pubblicò un manifesto, firmato dal direttorio del Fascio fiorentino, che eccitava i fascisti a "colpire i massoni nelle loro persone, nei loro beni, nei loro interessi." La sera del 26 settembre, un altro comunicato dello stesso direttorio annunziò: 38 Cit. trad. 37 Cit. trad. BiblotecaGino Bianco 1 73

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