Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La dittatura fascista in Italia La sera di quello stesso giorno il direttorio del Fascio di Firenze m un ordine del giorno dichiarava: ... il Fascismo Fiorentino ha esercitato un suo legittimo diritto intervenendo violen– temente contro gli esponenti di questa progettata (sic) manifestazione e la presenza du– rante i conflitti (/) dei membri della Commissione esecutiva del Fascio di Firenze dice che i dirigenti del Fascismo Fiorentino assumono ogni e completa responsabilità per quanto è avvenuto ... 20 L'ordine del g10rno avrebbe dovuto portare di conseguenza all'arresto dei dirigenti fascisti che dichiaravano di essere stati presenti a questo tu– multo, una vera rivolta contro la polizia, e che pubblicamente se ne assu- _ mevano la responsabilità. Invece il questore incriminò Rossetti per avere usato un linguaggio offensivo verso un pubblico ufficiale nell'esercizio delle sue funzioni. Spesso i testimoni sono terrorizzati a tal punto che non ricordano piu niente e smentiscono perfino affermazioni precedenti. Tra i molti, s1 pos– sono dare due esempi. Durante il processo per diffamazione di cui si è parlato (p. 169), il tranviere Parentini stava testimoniando a proposito della bastonatura a cui era stato sottoposto. Do il resoconto della deposizione quale fu pubblicato nella Nazione del 13 febbraio 1925. Avv. Marchetti (difesa): Voglia allora, signor Presidente, avere la bontà di doman– dare al Parentini se egli ebbe a dichiarare al prof. Pieraccini che conosceva di vista il console Tamburini, per averne viste delle fotografie, e che colui che lo bastonò alla sede del Fascio fu personalmente il console Tamburini. Il Parentini esclude di aver dichiarato al prof. Pieraccini che conosceva di vista il comandante la 92a Legione; ammette invece di avergli detto che il suo bastonatore era il console Tamburini, perché colui che l'aveva bastonato al Fascio si era qualificato proprio per Tullio Tamburini. Aggiunge però che non riconobbe il Tamburini quando fu messo con questi in confronto dal Procuratore del Re. Avv. Marchetti: È vero che, alcuni giorni prima del confronto per il riconoscimento del suo bastonatore, lei fu avvicinato da alcuni fascisti, che le imposero di cambiare sistema? Il Parentini spiega che i fascisti volevano che smettesse di fare il socialista e che pensasse invece alla famiglia; in che epoca ciò sia avvenuto però non ricorda. (...) Pieraccini: Gli domandai se conosceva il Tamburini ed egli mi rispose affermativa– mente, perché aveva avuto occasione di veder delle sue fotografie. Presidente: Onorevole, è ben sicuro di questo? Pieraccini: Sicurissimo. Io esortai il Parentini a comportarsi da uomo di coraggio; seppi invece piu tardi che al processo non avrebbe riconosciuto il suo bastonatore. Presidente: Ha sentito Parentini? Cosa dice lei? Il Parentini rimane fermo nella sua versione: il suo bastonatore gli disse di essere Tamburini, ed egli non conosceva Tamburini; quando subi il confronto non lo riconobbe. Non è cattiveria d'animo - commenta l'avv. Marchetti - quella del Parentini. È paura! ( ...) Pieraccini: Senti, Parentini, o tu hai fatto lo smargiasso allora, raccontando cose non vere (e cioè che già conoscevi di vista il Tamburini), o oggi ti rimangi qualcosa. Per conto mio, dichiaro sulla mia coscienza di non ritirare una parola di quanto ho detto. 20 "La Nazione," 14 luglio 1925. BiblotecaGino Bianco

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