Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La dittatura fascista in Italia si è avuto un momento di panico, ed i piu anziani si sono rifugiati nella camera ad essi destinata. Sono accorsi ufficiali dell'arma e funzionari di P.S. Sul gridio della folla si udiva energica la voce del presidente che ordinava lo sgombero dell'aula. La cosa non è stata molto agevole, e gli incidenti si sono ripetuti nei corridoi e sulla strada ancora per qual– che tempo. Poi a poco a poco è tornata la calma. Non c'è bisogno di dire che nessuna delle cosf dette "persone ignote" venne condotta davanti alla giustizia. Il 3 maggio 1926, si teneva a Mantova il processo contro un comu– nista, Achille Pepe, che era già in prigione da cinque mesi in attesa di pro– cesso. L'imputato fu assolto dall'accusa di cospirazione, ma ebbe sei mesi per incitamento all'odio di classe. Appena l'avvocato difensore, il deputato· Buffoni, lasciò la corte, una folla di fascisti gli si precipitò contro con mi– nacce ed insulti. La cosa nel momento sembrava chiusa, ma arrivando alla stazione per prendere il treno per Milano, trovò la stessa folla di assalitori che lo aspettava. Fu picchiato e ferito. L'arrivo del treno mise termine alla scena. Sarebbe ingenuo chiedersi se gli assalitori dovettero mai rispondere del fatto di fronte alla legge: va notato tuttavia che in ogni stazione ita– liana di una certa importanza c'è sempre un picchetto di polizia e di milizia per il mantenimento dell'ordine. Tra le molte centinaia, un altro esempio è dato da quanto capitò a Firenze il 13 luglio 1925 al termine di un processo per pubblicazioni clan– destine. Riproduco il resoconto dato dalla Nazione del 14 luglio 1925. Il lettore deve tener presente che la Nazione è un giornale filofascista, i cui cro– nisti non hanno certo intenzione di mettere in cattiva luce i fascisti fiorentini. La lettura dell'ordinanza avviene tra il piu completo silenzio. Subito dopo l'aula viene fatta sfollare; il pubblico si riversa in massa verso l'unica uscita di Piazza S. Fi– renze, verso la quale accorre anche la forza pubblica. (...) Pochi fascisti assistevano ieri mattina all'udienza e nessun incidente, nemmeno mi– nimo, si è verificato nell'aula, nella quale si trovavano numerose personalità dell'opposi– zione. Tale notizia, portata fuori da qualche fascista, produsse immediatamente vivo fer– mento e qualcuno immaginò che la presenza dell'on. Gonzales, deputato unitario di Mi– lano, della medaglia d'oro Rossetti, del giornalista Ansaldo redattore capo del "Lavoro " di Genova, e di altri, volesse avere un significato politico preciso, che bisognasse rintuz– zare. Cosi, tra le undici e mezzogiorno, un forte numero di fascisti affiu( in Piazza S. Firenze e negli ambulacri del Tribunale. (...) L'on. Gonzales, scendendo insieme agli altri la scalinata del Palazzo di Giustizia, si sarebbe soffermato ad osservare i fascisti che lo seguivano, esclamando a voce abbastanza alta: " E dicono che questa è la capitale del fascismo! " Questa frase (...) confermata nei rapporti della polizia, intesa da alcuni pre– senti, fu ritenuta offensiva e determinò il primo incidente. (...) 17 Cominciarono immediatamente a volare pugni e bastonate in grande quantità men– tre il rumore della colluttazione iniziata faceva accorrere gente da ogni parte della piazza. La mischia - poiché si trattava di una vera mischia, con botte e risposte da ogni parte - si allargò cos( attraverso tutta la piazza; vi parteciparono naturalmente in gran 11 Non si dimentichi che il giornale è favorevole ai fascisti. Gonzales era presente come membro del consiglio di difesa. È assai improbabile che abbia usato questa espressione, sapendo che i fascisti fiorentini erano in Italia tra i piu violenti. Lo stesso giornale riconosce che i fascisti si erar.o già radunati per fare una controdimostrazione contro Gonzales e i suoi amici. BiblotecaGinoBianco

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