Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Il diritto di uccidere Quando Misuri venne bastonato, la sera del 29 maggio 1923, la polizia arrestò sul luogo il capo della squadra che lo aveva aggredito, Arconovaldo Bonaccorsi, seniore della milizia. Contro di lui c'era già un mandato di arresto per maltrattamento e ferimento di una donna di fac1li costumi. Sic– come Bonaccorsi faceva parte della milizia, il comando generale della mi– lizia richiese per lui il privilegio concesso ai suoi ufficiali di essere posto sotto la vigilanza dei suoi ufficiali superiori, invece di rimanere detenuto in una prigione ordinaria. Da Roma fu spedito alla fortezza di Osoppo nel Veneto, e piu tardi trasferito a Bologna "per ragioni di salute, " e a Bo– logna aspettò tranquillamente l'amnistia del 31 ottobre 1923, che mise fine alla questione. 15 Come abbiamo già visto, il 31 ottobre 1926, a Bologna, questo. stesso Arconovaldo Bonaccorsi, insieme al sottosegretario per l'Aeronautica, Balbo, e al deputato fascista Ricci, era nella macchina che seguiva immediata– mente quella di Mussolini quando il sedicenne Anteo Zamboni sparò contro il presidente del Consiglio. 16 Bonaccorsi fu uno di coloro che pre– sero parte al linciaggio di Zamboni. Un eroe fascista di tale statura era degno di apparire in pubblico al seguito personale di Mussolini tra i piu alti rappresentanti del partito e del governo. In ogni caso, prima delle udienze si tiene una campagna di stampa per lodare i fascisti sotto accusa e attaccare gli antifascisti. La teoria ufficiale del partito fascista è che i delitti politici commessi dai suoi iscritti sono azioni rivoluzionarie che non possono essere giudicate col metro comune della ragione e del torto. Al processo compariranno una schiera di testi– moni pronti a giurare che coloro che sono stati selvaggiamente bastonati, feriti o uccisi dai fascisti, erano colpevoli dei delitti piu spaventosi e ave– vano dato luogo alle piu intollerabili provocazioni. I tribunali vengono invasi da folle di uomini col distintivo fascista all'occhiello, che minacciano giudici e giurati, bastonano avvocati e testimoni, e aggrediscono i prigio– nieri antifascisti ammanettati. Il 4 dicembre 1924, ad esempio, i giurati di Como dichiararono colpevole un fascista di Greco (Milano) accusato di omicidio. Il Corriere della Sera di quello stesso giorno cosf descrive la scena: Appena sentita la sentenza il condannato si è levato in piedi e rivolto verso il pub– blico, ha gridato: Fascisti di Greco, vendicatemi! Dalla sala si è risposto con alte grida contro i giurati. Contemporaneamente i giovani piu prossimi alla balaustra hanno tentato di scavalcarla per invadere il pretorio. I carabinieri si sono precipitati parte verso la gabbia, circondandola, parte verso il pubblico per fermarlo. I detenuti sono stati spinti, attraverso la porticina d'uscita, in camera di sicurezza, mentre colluttazioni vivaci si sferravano tra giovani fascisti e agenti e le vetrate delle porte di accesso cadevano infrante. Nei giurati 16 Secondo il giornale fascista di Bologna " L'Assalto, " 7 novembre 1925, dopo l' "at– tentato" Zaniboni contro Mussolini, Bonaccorsi inviò al Duce il seguente telegramma: " Of– fromi come boja per decapitare arrestati "; e l'onorevole Balbino Giuliano, già sottosegretario alla Pubblica Istruzione dall'ottobre 1922 al giugno 19124, felicitandosi con Bonaccorsi, aggiunse: "Sono d'accordo con te: mi òffro anch'io come boja!" 16 Intervista del sottosegretario agli Esteri, Grandi, al " Giornale d'Italia, " 1 novem– bre 1926. Bibloteca Gino Bianco

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