Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La dittatura fascista in Italia uno dei pubblici ministeri, e due giudici furono trasferiti in altre città. Uno dei giudici trasferiti, Mussone, si dimise piuttosto che sottomettersi, e il 28 luglio 1925, amareggiato e deluso, si suicidò. Un altro deputato fascista, Barbiellini Amidei, ras di Piacenza, che già in precedenza era stato condannato perché si fregiava di decorazioni senza l'autorizzazione, fu accusato di complicità nell'uccisione del mutilato di guerra Lertua, che nella notte del 6 ottobre 1924 era stato bastonato a morte mentre si trovava a letto. La commissione parlamentare nominata per esaminare l'accusa propose di respingerla senza dare nessuna spie– gazione, e il 21 novembre 1925 la Camera, tra gli applausi unanimi, rifiutò l'autorizzazione a procedere. I documenti seguenti mostrano il modo altezzoso col quale la magi– stratura è trattata dai fascisti. Contro il giornale fascista La V e detta di San Remo era stata avanzata un'accusa di diffamazione. In seguito a ciò il direttore del giornale scrisse il 10 luglio 1924 la seguente lettera al procu– ratore generale: L'asserita offesa è di natura politica, come è dimostrato dal contenuto dell'articolo. Anche se le allusioni fatte erano diffamatorie, l'accusa ricadrebbe sotto l'amnistia dell'ot– tobre 1923. Non le pare, caro signore, che sarebbe meglio fermare questo procedimento, sia per evitarsi dei guai, sia per permettere ai giudici di occuparsi di cose piu inte– ressanti? 13 Il procuratore generale di San Remo allegò questa lettera agli atti, e non si azzardò a procedere contro questo fascista che tanto arrogantemente lo minacciava di "guai. " Se un fascista viene arrestato, i suoi amici si raccolgono fuori del car– cere per " dimostrare la loro solidarietà, " e abbastanza spesso riescono a farlo rilasciare. Il I gennaio 1925, la Nazione, giornale fiorentino filo– fascista, pubblicava la notizia che alle 16,30 del giorno precedente diverse centinaia di fascisti si erano radunati all'ingresso della prigione di Prato, reclamando che venisse rilasciato il giovane fascista Gastone Bisi, che era detenuto da diciassette giorni. Alle ore 20 "per evitare spiacevoli inci– denti" per l'interessamento dell'on. Canovai, deputato fascista, e di altre autorità fasciste, il Bisi fu rimesso in libertà con grande gioia dei suoi compagni, che al suo apparire gli improvvisarono una dimostrazione. Quando Albino Volpi e gli altri accusati di essere implicati nel delitto Matteotti vennero arrestati a Lecco il 17 giugno 1924, il Sig. Sottoprefetto di Lecco credette opportuno fare urgentemente trasferire gli arrestati a Bergamo in seguito ad una comunicazione telefonica della questura di Milano che avvertiva del pericolo che circa 200 arditi fascisti si dirigessero a Lecco per liberare gli arrestati. 14 - 13 Cit. trad. 14 Deposizione dell'agente di polizia Broccardi nel corso dell'istruttoria per il delitto Mat– teotti, 8 ottobre r 9 z,i. 160 BiblotecaGin0 Bianco

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