Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Il diritto di uccidere governo fascista, considerano come uno scandalo questa continuazione di incontrollate violenze. La complicità passiva - e anche attiva, qualche volta - alla quale li costringe il governo fascista, è umiliante per il loro orgoglio professionale e per il loro senso dell'onore. Ma i loro superiori sono quasi tutti complici dei ras fascisti: una esitazione nell'obbedienza agli ordini comporterebbe il ·venir meno di un agognato trasferimento o di una· tanto attesa promozione, o perfino il congedo: per le loro famiglie ciò significherebbe la rovina. Gli ufficiali onesti, e sono la maggioranza, non hanno altra scelta che sottomettersi e soffrire in silenzio, facendo meno male che possono. Incendi, devastazioni, ferimenti e assassin1 sono offese contro la legge e l'ordine pubblico, e sarebbe dovere dei magistrati procedere contro i colpevoli senza aspettare che le parti lese sporgano querela. Ma, dopo il colpo di _stato dell'ottobre 1922, una delle prime cure del governo fascista fu di sciogliere il Consiglio superiore, un ente eletto dalla magistratura che esercitava una autorità disciplinare sopra tutti i magistrati. Le corti sono perciò alla mercé del ministro della Giustizia. In Italia i giudici si dividono in due categorie, non facili a spiegarsi ai lettori anglosassoni, dato che l'intero sistema giudiziario in Inghilterra e in America è diverso. Da una parte ci sono i giudici istruttori e i pub– blici ministeri, che conducono le istruttorie e stendono le accuse; dall'altra vi sono i giudici che ascoltano le accuse e pronunciano le sentenze. I giudici istruttori e i pubblici ministeri in ciascuna provincia sono sotto il controllo del procuratore generale, un funzionario che in qualche modo corrisponde all'Attorney General inglese. Questi procuratori generali sono a-eature del governo fascista. Quando le violenze hanno l'approvazione delle autorità fasciste, i procuratori generali non alzano un dito, e si fanno vivi sol~nto quando la parte lesa è fascista. Il risultato di questo sistema è che gli autori fascisti di delitti politici tnolto spesso rimangono " persone ignote " anche quando svolgono la loro 91>era alla luce del sole e la loro identità è un segreto di Pulcinella. I responsabili dei fatti di- sangue di Torino e La Spezia del dicembre · .1922 e gennaio 1923 sono rimasti "ignoti." · Dei cinquecento fascisti armati, che il 29 novembre 1923, in uno dei 1 quartieri piu popolati di Roma, invasero e saccheggiarono la casa del– l'ex-presidente del Consiglio Nitti, nessuno fu arrestato e non si procedette contro nessuno, sebbene vi fosse largo margine di tempo per l'intervento della polizia. Tutti .t:imasero " ignoti. " Analogamente, nessuno dei_ fascisti che aggredirono Amendola il 26 m.cembre 1923 a Roma fu arrestato, e que~lo che è peggio, la caserma della tnilizia prossima al luogo dove si svolse il fatto dette rifugio alla macchina da essi usata. Il segretario generale dei sindacati fascisti della provincia di Caserta, che il 19 marzo 1924 pubblicava il manifesto col quale si ordinava la con• 1 55 1blotecaGino Bianco t'

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