Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La dittatura fascista in Italia Fui iscritto nel fascismo dal 1921 all'aprile 1924. ( .•• ) Fino a che fui iscritto al fasci– smo non nego di aver sempre bastonato quando avevo ordini superiori. 1 Alberto Bosi, il capò fascista che aveva ordinato la bastonatura del Lertua, disse ai componenti della squadra: "Datene piu che potete!" 2 soggiungendo che avrebbe pensato lui perché nessuno venisse scoperto. Al processo di Firenze per il saccheggio di casa Carrer, 3 uno dei testi– moni cosI depose: Mi recai alla Federazione fascista a chiedere se l'aggressione era stata autorizzata. Mi si rispose di no, e mi fu restituito l'apparecchio cinematografico, che era stato sot– tratto da casa Carrer e portato al Fascio. 4 Il .filofascista Corriere d'Italia del 7 gennaio 1927, citando la circolare di Mussolini del 5 gennaio ai prefetti, scriveva quanto segue: La fine dell'illegalismo e dello squadrismo superstite vi è stabilita [nella circo– lare]. (...) Ormai non è piu possibile che alla periferia gerarchi minori, o gregari, si abban– donino, in circostanze eccezionali (sic), ad iniziative violente, nella presunzione del con– senso indiretto delle autorità governative e delle gerarchie centrali del fascismo, e, quindi, della propria impunità. Il Popolo d'Italia del 29 giugno 1927, giustificando le violenze com– messe contro Labriola, nella notte del 31 ottobre 1926, ingenuamente scri– veva: " ... fu soltanto per l'incontrollata iniziativa di un gruppo di giovani camicie nere napoletane ... " E Labriola rispondeva: Il giornale di Mussolini, Il Popolo d'Italia, dichiarava recentemente che i fascisti che avevano devastato la mia abitazione avevano agito senza esserne autorizzati. Tale affer– mazione è falsa. Come sarebbe stato possibile che alcune migliaia di abitazioni venissero devastate alla stessa ora in tutta Italia, tutte abitazioni di oppositori del governo, se non vi fosse stato nessun ordine da parte delle autorità centrali? Per quanto riguarda Napoli, l'ordine fu dato personalmente dal deputato fascista Mazzolini, che era allora il capo dei fascisti napoletani. Il prefetto e il questore sembra che abbiano disapprovato questi suoi ordini, e non poterono fare nulla per impedire che essi venissero eseguiti. 5 Con tutta semplicità la distinzione tra i due tipi di violenze è già universalmente nota e ammessa ufficialmente. Parlando dei sistemi con cm furono condotte le istruttorie e i processi relativi ai fatti di Firenze del 3-4 ottobre 1925, ci imbatteremo in molte altre prove di questo nuovo costume giuridico, che rimarrebbe incredibile se non fosse cosI inconfutabilmente provato. Molti ufficiali della polizia e dei carabinieri si vergognano di dover tenere gli occhi chiusi. Negli anni dal 1919 al 1922, esasperati dallo stato di disordine del dopoguerra, tollerarono e perfino favorirono la illegalità fascista, nella speranza che si trattasse soltanto di un male passeggero che avrebbe ricondotto a condizioni ·normali. Ma adesso, dopo quattro anni di 1 54 1 "Avanti!," 23 giugno 1926. 2 Ibidem. 3 Vedi p. 117. 4 "La Stampa, " 22 novembre 1925 (cit. trad.). 6 "Review of Reviews, " settembre-ottobre 1927. BiblotecaGjno Bianco

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