Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Il regno del manganello il pane dei fascisti. Le spigolatrici furono cacciate via, inseguite, schiaffeg• giate; le loro facce furono tinte di nero. Cinque donne che erano state battute presentarono querela il 26 settembre 1924 al funzionario di polizia. Furono minacciate di arresto. Un centinaio di donne raccolte davanti al• l'uffici~ di polizia dichiararono che anch'esse avevano commesso lo stesso delitto e domandarono di essere arrestate come le loro compagne. Il ro settembre 1924, la povera gente organizzò una riunione segreta nel canneto di una palude. Duecentocinquanta braccianti' che lavoravano nelle vicinanze furono avvisati all'ultimo momento. Le donne erano pronte fin dalla mattina coi sacchi di spigolature sulle spalle e avendo fatto 30 km. a piedi. Gli organizzatori arrivati in bicicletta durante la notte si erano nascosti nel canneto fino alle due del pomeriggio. La riunione discusse e approvò ~n ordine del giorno, il quale chiedeva il ritorno della libertà politica, protestava contro gli atti di violenza, e ancora una volta affermava la fedeltà alle leghe socialiste. · Questa riunione, e il fatto che fu· pubblicata una interminabile lista di firme in onore di Matteotti sul quotidiano Giustizia del ro settembre 1924, fece temere ,ai fascisti che le leghe socialiste stessero per risorgere. Affidarono a due fiduciari l'incarico di schiacciare ogni opposizione. Co• staro obbligarono i proprietari terrieri a licenziare fino all'ultimo tutti. gli operai non fascisti. Misero il veto a qualunque lavoro che permettesse loro il piu misero guadagno. Accrebbero la dose delle bastonature e delle deva– stazioni. Ogni notizia di violenze pubblicata dai giornali, ogni protesta, dava luogo a nuovi atti di violenza. Nella notte del 31 ottobre 1925, una squadra fascista, dopo aver can– tato a squarciagola canzoni fino alle due di mattina sotto le finestre di Erminio Minghetti, un ex-combattente, appiccò fuoco alla casa. Erano circa le tre, quando la figlioletta del Minghetti, di nove anni, si precipitò nella camera dei suoi genitori, gridando: " Mamma, la casa è in fiamme! " Minghetti saltò fuori dal letto, corse nella stanza della figlia e vide il tetto già in fiamme. Si precipitò verso le scale per cercare di uscire, ma anche queste erano in fiamme. Ritornò di corsa verso i suoi, un bambino di sei mesi oltre la bambina di nove anni, la moglie, e la vec– chia madre, che aveva una gamba rotta. Soffocavano tutti per il· fumo, ed era impossi– bile scappare dalle scale: tutta la vecchia casa era in fiamme. Minghetti saltò dalla finestra in camicia, trovò una scala a pioli, rientrò con questa in casa e ne ridiscese con i bam– bini sulle spalle, poi con la moglie e infin~ con la sua vecchia madre. ·Arrivarono alcuni vicini che condussero al riparo la moglie, la vecchia e i bambini, tutti tremanti dal freddo. Gli stessi vicini portarono a Minghetti alcuni indumenti; ed egli rimase là, seduto su una sedia, a guardare la rovina della sua casa, che era tutto quanto possedeva, mentre alcune donne cercavano di medicargli le gambe, seriamente ferite. 7 !j In tre soli giorni nel novembre 1924 furorio imprigionate 142 persone, molte delle quali donne. 79 Numerose forze armate presidiarono la città. 18 "Voce Repubblicana, " s novembre 1925 (cit. trad.). 19 " Corriere della Sera, " 28 novembre 1924. iblotecaGino Bianco 1 45

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=